Kisito Band, Cotton Club, Roma 20.02.20

Portati nella Savana 

Pierre Michel Diatta, chitarrista, voce e leader della band, mi racconta alla fine del concerto che tutte le composizioni qui eseguite al Cotton Club di Roma sono originali, anche se si rifanno alle radici afro, al folklore popolare, ai suoni e alle atmosfere del Mali, dell’Uganda e soprattutto del Senegal (da cui i membri del gruppo provengono, tre sono fratelli).  

Ed è proprio a un ragazzo africano, l’ugandese Kisito, vittima delle persecuzioni religiose, che non volle rinunciare alla sua fede e che oggi è diventato un simbolo della tolleranza e della fratellanza, che la band ha deciso sin dal momento della sua formazione nel 1988 di dedicare il suo nome e la sua attività. 

Il fatto che con la Kisito ci si diverta, e ci si lasci andare al ritmo, all’allegria, a una musica che non solo va ascoltata, ma partecipata e vissuta con l’anima e il corpo, e persino (potendo) danzata, non deve far dimenticare che c’è anche una forte motivazione culturale e politica che muove questi bravi musicisti: far conoscere, in un mondo che tende appiattire le differenze e ad omologare, le proprie origini (“vi  portiano nel cuore della Savana”, dice Michel), e far riflettere sul dramma della colonizzazione e della conseguente immigrazione in Occidente dei tanti “Mamadù” (così i francesi chiamano genericamente gli immigrati delle ex colonie). 

E allora è il caso di ricordare ai colonizzatori che “io, Mamadù, ero tranquillo sotto il mio tetto, ero nella mia capanna, e tu sei venuto da me e mi hai rubato tutto e quando io vengo a bussare a casa tua, tu mi sbatti la porta in faccia”. 

Qui, invece, tutte le porte sono aperte e ad aprirle è il linguaggio universale della musica, una musica che è già politica nel contaminare, abbattendo le frontiere e interpretando in chiave sincretica e world i diversi generi, da quelli etnici (decisivo l’elemento percussivo) al funk, al reggae, al pop, al soul, al jazz. E il messaggio, (quello della festa, della gioia di vivere sempre e comunque, nonostante quel retrogusto di tristezza per la nostalgia della propria terra e per le violenze dell’uomo sull’uomo) arriva alla testa e soprattutto al cuore. 

Stefano Cazzato 

Kisito band:

Pierre Michel Diatta (lead vocal e chitarra acustica)

Papis Diarra (basso)

Jean Charles (tastiere)

Issa Diarra (chitarra elettrica)

Adi Mbaye (percussioni)

Marcelin Diarra (batteria)

 

 

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