I filosofi e la musica: Amartya Sen
Il flauto magico
Il filosofo e premio Nobel Amartya Sen ha raccontato un curioso aneddoto che ha per protagonista un flauto. O meglio: ha per protagonisti tre soggetti che se lo contendono e che hanno deciso di non ricorrere alla menzogna, all’inganno e alla forza per averlo.
“A sostiene che il flauto spetta a lui perché è l’unico a saperlo suonare … B rivendica la proprietà del flauto perché, essendo molto povero, non ha giocattoli con cui giocare e il flauto sarebbe il suo primo e unico giocattolo … C spiega che spetta a lui perché è stato lui a progettarlo e costruirlo.” Ciascuno non mette in dubbio i validi motivi per cui gli altri lo pretendono.
Chi ha diritto al flauto? E’ evidente che non c’è un criterio assoluto per deciderlo, ed è altrettanto evidente che la decisione dipende dal punto di vista che una comunità assume come misura della scelta.
In una società basata sul Talento e sulle Capacità, il flauto spetterebbe ad A. In una società basata sulla Giustizia spetterebbe a B. In una società basata sul Fare andrebbe a C.
Ma quale dei tre soggetti potrebbe giovare agli altri nel possedere il flauto? Quello di C sarebbe un possesso sterile. Che se ne farebbe una volta ottenutolo? Nel migliore dei casi potrebbe contemplarlo narcisisticamente come un prodotto della sua finezza creativa.
B potrebbe giocarci, ma nell’impossibilità di ricavarci un vero divertimento, lo abbandonerebbe presto, distratto da giochi più interessanti, che, data la sua indigenza, qualcuno gli darebbe certamente in dono. Se poi B e C provassero a suonarlo, sarebbe una tortura per le orecchie di chi li ascolta e mortificante per loro che lo suonano.
A potrebbe invece soddisfare la sua indole, dispiegare al meglio le sue qualità e regalare a B e a C (fatto non secondario) la bellezza, la dolcezza e la magia del suono.
Stefano Cazzato