Frank Zappa: “Il musicista, il genio e l'uomo che…”
Genio, Follia ed Equazioni Musicali.
Completamente padrone della sua materia, onnisciente, onirico, ironico, fantasioso, puerile e capace di spiegare se stesso con un’intera orchestra al suo servizio. “Dio si chiama Zappa Frank Vincent”, recita il paroliere italiano Caparezza. Un po' troppo? Ma come si può dargli torto? È con lui che la musica diventa Musica e non più un insieme di generi a sé stanti.
È Frank Zappa il più grande dei compositori del '900. Colui che ha unificato l'intero percorso di un secolo. All'incirca ogni genere trova in lui la sua forma ideale, pur se il suo atteggiamento esasperatamente satirico risulta pericoloso per l'originalità delle sue intuizioni. Ogni opera è una commedia, spesso demenziale, in cui l'occhio lucido del sarcasmo guarda divertito i conflitti della personalità e del mondo nei suoi rapporti sociali. Indipendente nella sua dichiarazione di dipendenza, produsse l'intero flusso delle sue interminabili idee con etichette personali. La sua arte diventa così l'espressione delle possibilità, uno squarcio nella realtà totale, una visione episodica del secondo Novecento.
La sua personalità è così estroversa e così stravagante da essere trasgressiva persino nei confronti della cultura freak. Infatti, la purezza della sua creatività non è quella del Flower Power, di cui ne contesta la precarietà; non si limita a fare un netto taglio nel ponte tra conscio e inconscio, come i musicisti del suo tempo: Zappa è un lucido regista e spettatore del suo spettacolo televisivo. Emerge, come i suoi contemporanei, dal profondo oceano della corruzione consumistica, ma non si limita a gridare la libertà perché nel tornare a galla si porta appresso tutti i rifiuti trovati in strada. La conclusione è pessimistica, inevitabile, ma sempre addolcita dallo humor: non possiamo farci nulla, perciò meglio sguazzare in questo vasto mare d'immondizia!
Frank Zappa se ne sta così sul suo trono, a guardar crollare quella caotica architettura industriale. Come il suo ispiratore Edgar Varese; e, per continuare questo giocoso e blasfemo paragone: come Dio! Ovviamente mi sto perdendo in strampalati astrattismi, ma è l'entusiasmo dell'ascolto che mi guida! Sì, perché mentre ascolto “Uncle Meat” e cerco di descrivere la sua figura, mi si è formata in mente una sorta di immagine grossolana e buffa di Dio: un divertito creatore che osserva il deteriorarsi della sua armonia universale.
Quello di Zappa è un innato amore per il mondo, che si tramuta in odio attraverso la consapevolezza e si risolve infine in ironica accettazione! Insomma Zappa è l'uomo post-moderno: un'impassibile essere consapevole, che guarda in TV la commedia della follia umana.
Se leggesse queste mie righe deriderebbe il paragone e il mio elogio, ma lo condividerebbe tacitamente perché il suo genio è puro, ed essendo tale è critico ed aspro. Così la sua natura avanguardista: non è solo una risorsa preziosa, ma è anche una minaccia, in particolare, per l'entusiasmo dei suoi tempi. Frank Zappa prima di tutto è un uomo senza peli sulla lingua; un normale americano che svela, attraverso la musica, l'ipocrisia dell'intero sistema americano e mondiale, dalla politica allo stesso business musicale.
Gli anni '60: gli alti ideali, l'aria di rivoluzione e di cambiamento, la musica come mezzo di coesione di massa, la pace come unico obiettivo da raggiungere. No, “We're Only In It For The Money”: ecco svelata la vera natura dei nostri idoli. Lo potremmo definire “bullismo intellettuale” quello che fa nei confronti dei Beatles, il cui prestigio viene sbeffeggiato in maniera raffinata. Ma si limitasse solo a loro! Tutti i grandi del tempo sono presi di mira, persino figure sacre come Hendrix, Bob Dylan e i Doors vengono infantilmente parodiate.
Tutt'altro che Dio, allora! È l'opposto! Frank Zappa crea per far svanire l'entusiasmo, è l'angelo nero della ragione, un batterio del materialismo, è l'incarnazione dello spirito critico: Frank Zappa usa la musica per cancellare il mondo!
Quindi, cos'è il suo genio? Il potere dittatoriale della musica? L'insensibilità e l'indifferenza di una mente superba? No, lui di sensibilità ne ha, eccome! È solo troppo innamorato della sua materia, troppo affascinato da ogni sua particella: ama la musica al punto da sembrarne quasi geloso! E così l'essere demenziale diventa la più spontanea reazione ad un sentimento immenso. Quando e come spunta questo sentimento? Faccio un piccolo esempio, che mi é personalmente caro: nel già citato “We're Only In It For The Money”, prima che la celebre “Hey Joe” venga derisa in “Flower Punk”, c'è il brano “Absolutely Free”.
Voglio porre l'attenzione sul primo minuto di questo pezzo. L'introduzione di pianoforte è un'ondata di brivido. Sublime armonia. Lucida trascendenza. Nella confusa ironia, quando meno te l'aspetti, sboccia l'infinita sensibilità di Zappa; solo la genialità di una mente totale, può toccare “corde emozionali” così alte e sottili. Ne potrei cercare altri mille di esempi della sua alta raffinatezza ma, lasciandomi guidare dall'ascolto, il minuto è finito: si torna con i piedi per terra. Finisce l'intensità. Torna il sarcasmo. Torna l'ironia. Tornano le risate!
“Does Humor Belong In Music?”: sì, l'umorismo è il coronamento dell'intelligenza musicale, ma nel caso di Zappa questa necessità artistica diventa una sorta di malattia. Quali sono i sintomi di questa malattia? Che la noia, a volte, prende il sopravvento. L'eccitante impeto dell'espressione viene distrutto dal gioco, da lunghi assoli cacofonici che rendono un capolavoro come “Hot Rats” un'onda altalenante tra tormento e godimento. Solenni introduzioni e obsolete improvvisazioni. Nulla è però da considerarsi un difetto, perché in fondo quella di Zappa è solo una grande lezione, che forse è difficile da capire e accettare: l'arte è “entertainment”, nient'altro che intrattenimento, un discorso fatto ad amici ed ascoltatori che non si preoccupa di essere compreso del tutto.
Chi è Frank Zappa perciò? O, meglio, come definire il suo genio? Senza dubbio è quel musicista apprezzatissimo dalla critica jazz e classica. È anche quel musicista amato e malvisto dalla critica rock. Di sicuro è quel compositore, che gode dell'alto titolo di aver racchiuso il Novecento in se stesso. Lasciando però le banalità all'oggettività della critica, voglio definirlo in maniera personale: Frank Zappa è un professore dell'esistenza.
Per farmi capire mi proietto in tutt'altra dimensione, facendo un paragone altrettanto particolare: il grande scienziato Stephen Hawking si è posto l'obiettivo di unificare l'universo in unica ed elegante equazione. Ogni sua facoltà mentale pare che agisca in funzione di questo obiettivo. Dunque il genio è di chi muove verso l'universale: Che sia verso Dio, verso il Nulla o verso un'Equazione, poco importa: ognuno può aver ragione.
Per Frank Zappa però c'è qualcosa che va oltre l'informazione, oltre la conoscenza, oltre l'amore, la bellezza e la saggezza: la Musica. La Musica è semplicemente una certezza. È la materia prima di questo universo e non c'è dubbio! Perciò una volta per tutte risponderò alla domanda: chi è Frank Zappa?
Frank Zappa è il musicista, il genio e l'uomo che ha speso la sua vita a toccare la Grande Nota.
Paolo Vaglieco
NDR: già pubblicato su Music Magazine n.6/2018