Jacopo Jacopetti “Progetto latino” Abeat Records 2019
Del sassofonista padovano Jacopo Jacopetti (storiche collaborazioni con Massimo Urbani, Pietro Tonolo, Lee Konitz, Mark Abrams e tanti altri notissimi jazzisti, oltre che con Matia Bazar, Ornella Vanoni e Fabio Concato) è da poco edito per Abeat Records Progetto latino, un album nel quale la brillantezza del Bop e le sfumature liriche della musica sudamericana costituiscono base essenziale per esprimere un talento di grande naturalezza, estremamente comunicativo negli assoli che evidenziano padronanza dei colori e delle dinamiche per brani di grande suggestione e di grande eleganza.
Il sound di Jacopo Jacopetti è un plateau internazionale di Proporzione e Misura, un modo lieve e moderno e colto di suonare il sassofono, pari alla piacevolezza suscitata dalle indubbie abilità dei suoi comprimari, causa prima il saper condividere ed il “sentire” medesime sensazioni nel medesimo istante del medesimo brano.
“Progetto latino” non è solo un polittico emotivo per ballads bellissime ma anche un Saggio di ottimi arrangiamenti e di buon gusto, causa secunda la piacevolezza della Musica, il divertissement (Banana Boat/Matilda di Harry Belafonte), l’energia fluida e suadente (Poinciana), l’estro contemporaneo e luminoso (Hurry di Fattoruso e Amoragio di Ivan Lins), l’enigma del suono avvolgente e arcaico (Don Quixote di Egberto Gismonti).
Ne parliamo con l’Autore
D.Perché considerare un Progetto Latino ancora attuale quando di musica latina si ascolta fin troppo e troppo spesso in prodotti di bassa qualità?
R.“Progetto Latino”, oltre al nome del gruppo, è identificazione della zona da cui scelgo le composizioni che reputo interessanti e belle da suonare, cercando di evitare brani già troppo sfruttati. Personalmente ritengo che la zona Latino-americana e ispanico-brasiliana abbia negli ultimi anni continuato a sfornare autori (figura ormai sempre più rara)di grande talento che continuano a mantenere alta la qualità delle composizioni prodotte. Ciò diversamente da quanto proposto a livello commerciale dove musica di bassa qualità, ma più immediata e di facile ascolto, segue magari la moda ritmica del momento.
D.Lei sceglie autori di straordinaria creatività, come Astor Piazzolla, Egberto Gismonti, Ivan Lins, Chico Buarque de Hollanda e, grande voce nella memoria di ognuno che ami la musica, Harry Belafonte, riduttivamente conosciuto come “Il re del Calypso” e in realtà intellettuale impegnato in importanti cause umanitarie. Perché queste sue preferenze?
R.Le mie preferenze sono innanzitutto “emozionali”. Se una composizione mi piace e mi emoziona allora ho voglia di suonarla. Suonando con il mio gruppo tali brani spero anche di emozionare o divertire l’ascoltatore, quindi di trasmettere ciò che provo. Riuscendo a ” trasmettere” credo che ogni artista, di qualsiasi forma d’arte si parli, raggiunga il primo obiettivo che si è riproposto.
D.Indubbiamente possiamo considerare valore aggiunto il contributo di Heloisa Lourenço, eccellente vocalist dai tratti passionali ed eleganti. Come nasce la vostra affinità elettiva, l’evidente interplay che giunge a chi ascolta del tutto naturale e necessario per la realizzazione artistica di questo album?
R.Anche nel caso di Heloisa Lourenço il mio approccio è stato del tutto emozionale. Ha una voce con un’ identità timbrica assoluta (cosa per me essenziale in una cantante) ed un livello interpretativo sempre altissimo. Avevo in mente un progetto del genere da diverso tempo e 4 anni fa, quando l’ho conosciuta, ho sentito subito la spinta di formare un gruppo con lei, con un repertorio di brani idonei alla sua personalità artistico/canora.
D.E poi l’incontro e le scelte comuni con Marco Ponchiroli al piano, Paolo Andriolo al basso, Enzo Zirilli alla batteria e, quali guests, Fausto Beccalossi all’accordion e Richie Gajate Garcia alle percussioni…
R.Marco Ponchiroli e Paolo Andriolo, amici (cosa fondamentale per me per suonare insieme), hanno da subito fatto parte del gruppo mentre Enzo Zirilli è entrato nella band nel 2019, praticamente per l’incisione di questo secondo CD in studio. Il primo, registrato dal vivo al “Teatro del Pane” di Treviso, è stato suonato in quartetto senza batteria. Sono tutti grandi professionisti con una grande conoscenza dell’ambito musicale latino americano e jazz, contribuendo tutti attivamente nelle fasi preparatorie di arrangiamento dei brani scelti. L’amicizia e la stima che mi lega inoltre a grandi maestri come Fausto Beccalossi alla Fisarmonica e Richie Gajate Garcia alle percussioni mi ha convinto ad invitarli a partecipare a questo progetto discografico. Sicuramente la loro presenza è stata un arricchimento ulteriore per la qualità musicale del CD.
D.Questo “Progetto Latino” è solo un progetto o l’inizio di una ricerca che intende portare avanti, come ad intendere dalle sue composizioni e dai suoi arrangiamenti?
R.Vorrei che questo progetto continuasse ad avere vita lunga perché la musica “Bella” esiste e merita di essere diffusa il più possibile, inoltre in questo modo io continuo ad emozionarmi e divertirmi.
Fabrizio Ciccarelli
Line-up:
Paolo Andriolo : acoustic and electric bass
Fausto Beccalossi : accordion on track 2
Ritchie Garcia Gajate : congas, bongos, percussions on track 1,9
Jacopo Jacopetti : tenor, alto e soprano sax, Ac. guitar, percussions
Heloisa Lourenço : voice on tracks 1,2,4,6,8
Marco Ponchiroli : piano, electric piano
Enzo Zirilli : drums, percussions
1.Poinciana (Simon/Bervier)
2.Vuelvo al Sur / Beja Flor (Piazzolla/Cavaquinho)
3.Hurry (Fattoruso)
4.Amoragio (Lins)
5.Don Quixote (Gismonti)
6.Ave Rara (Lobo)
7.Bye Bye Brasil / Obrigado Chico (Buarque de Hollanda /Jacopetti)
8.Menina (Jacopetti/Donati)
9.Banana Boat / Matilda (Belafonte)