Tiziana Bacchetta, Driving Home For Christmas, G.T. Music Distribution 2020
Cantante di solida preparazione classica e lirica, Tiziana Bacchetta pubblica il suo primo cd nel 2009, “Non solo parole confuse " (Philology) poi nel 2018 “Tracce di memoria” (G.T. Music) ed ora Driving Home For Christmas, un album di sentimenti e di necessità istintive in un plateau jazzistico attento e denso di importanti riferimenti storici, un album che si distingue per la qualità degli arrangiamenti, della scelta di brani letti in modo molto personale, raffinato e d'indubbio interesse in quanto a vocalità, poiché Madre Natura le ha donato davvero una bella voce, come ognuno potrà ascoltare dal link posto alla fine dell’articolo.
Cimentarsi con Mel Tormé, Chris Rea, Luther Vandross e Irving Berlin non è impresa da poco. E sembra proprio che Tiziana Bacchetta ci sia riuscita con quell’animo Blues e Black ‘n’Soul che distingue una performance che mai dimentica la grandezza di Miles Davis, Billy Strayhorn e Duke Ellington.
Ne parliamo con la vocalist romana.
Il suo ultimo album è “Driving home for Christmas”: perché la scelta di questo titolo?
E’ il titolo di uno dei brani dell’album, Driving home for Christmas di Chris Rea, una scelta non casuale: nelle liner notes ho cercato di esprimere il senso che ha per me “guidare verso casa per Natale”. E’ legato ai ricordi, come un rivivere quella malinconia degli anni andati, ma anche il piacere di ritrovarsi in una casa intorno a un albero illuminato. Insomma fuori la nebbia e la neve, dentro ricordi colorati e un pizzico di nostalgia, come se il tempo fosse circolare e il passato, il presente e il futuro fossero una cosa sola. Un passato che oggi, però, rileggo con occhi totalmente diversi.
Perché un disco dedicato al Natale?
Per la ragione più “infantile” del mondo: amo questa festa così magica, come i bambini, probabilmente per la bambina che è ancora in me. Anche se quello di quest’anno sarà un Natale un po’ insolito.
Com’è avvenuta la scelta dei brani?
La scelta delle canzoni è stata istintiva, dettata dalle emozioni che ognuna di esse suscitava in me, tutte diverse, e alla fine sono venuti fuori sette modi diversi di raccontare il (Mio) Natale. Un Natale che può narrare di un amore lontano, forse finito, e ci si ritrova in un fumoso night club a bere da soli la sera della Vigilia un bicchiere di whisky (Christmas tears); ma anche dell’attesa e della gioia dei bambini, con Jack Frost che punge loro il naso e fa nevicare per mimetizzare Babbo Natale durante la consegna dei regali, (The Christmas song). E poi delle luci, degli alberi, della neve, degli affetti più veri, dei desideri non ancora realizzati (This Christmas).
Com’ è avvenuto l’incontro con i suoi musicisti?
Ci conosciamo praticamente tutti da molti anni e nonostante veniamo da storie ed esperienze artistiche diverse, si è creata tra di noi quell’empatia necessaria per il raggiungimento degli obiettivi musicali.
Arturo e Raffaele avevano già collaborato al mio primo disco, Arturo al piano, Raffaele come autore del brano inedito “Parole confuse” che ha dato il titolo all’album (non solo Parole Confuse). A loro va il mio particolare ringraziamento per il prezioso contributo alla realizzazione degli arrangiamenti di questo mio ultimo disco. Giacomo ho avuto modo di conoscerlo in Abruzzo anni fa, durante un concerto, quando venni letteralmente incantata dal suono della sua tromba: decisi da subito che l’avrei coinvolto in “Tracce di memoria”, il mio secondo album ed è stata naturale la sua presenza anche in questo mio terzo progetto. Con Carlo, che conoscevo da tempo e che rappresenta la “colonna portante” del gruppo quanto ad esperienza e background musicale, c’era stata poi un’occasione direi quasi “mistica” al concerto di presentazione di un suo disco, dove suonava insieme a Pino Sallusti (indimenticabile Pino, è stato un immenso onore collaborare con lui!); e così, dopo poco entrambi entrarono a far parte anche loro, per mia fortuna, del “team” di “Tracce di memoria”. Infine Guerino, bravissimo contrabbassista e bassista, con il quale la collaborazione è iniziata recentemente, proprio in occasione della lavorazione di "Driving home for Christmas": anche con lui da subito si è instaurato un ottimo feeling musicale.
Al di là dei come e dei perché, sono convinta che la sintonia tra esseri umani sia alla base di ogni progettualità; quello che voglio dire è che siamo prima di tutto esseri umani, e solo in secondo luogo musicisti; beh, i fatti me lo ha confermato. Mi viene in mente Herbie Hancock quando dice: “penso che il vero messaggio del jazz non riguardi la musica di per sé, ma lo spirito umano”.
Dunque colgo questa occasione per ringraziarli tutti, e non solo loro: Clive Simpson, che ha reso magici i suoni dei miei dischi e Antonino Destra e Vannuccio Zanella della GT Music che, ancora una volta, hanno creduto in me.
Perché ha scelto arrangiamenti che prevedono alcuni strumenti elettrici e non acustici, quando in fondo l’atmosfera da song classica è per molti riconducibile all’impiego soprattutto dei secondi piuttosto che dei primi?
Condivido il fatto che le song della tradizione natalizia normalmente vengano eseguite in set acustici; ci siamo posti la domanda e in fase di arrangiamento abbiamo deciso però di voler dare ad alcuni brani un sapore un po’ più “elettrico”, proprio per enfatizzarne la natura “black” con una timbrica più blues/soul.
Come nasce il suo interesse per il Jazz e, a voler interpretare i colori della sua voce, per il Bues e la Black Music?
La mia natura, credo, sia il blues, non tanto come forma stilistica quanto soprattutto come modo di essere: sento - e non so spiegare razionalmente il perché - una forte appartenenza emotiva a questo genere musicale. La musica “nera” mi ha sempre catturato, da quando ho iniziato studiando musica classica; per poi cambiare direzione… del cuore, che mi ha portato prima al blues e poi al jazz. Non senza aver sperimentato in contemporanea il gospel avendo fatto parte di ensemble vocali per diversi anni.
Una domanda sicuramente gradita ai nostri lettori: quali sono i musicisti che più ha amato e che l’hanno maggiormente formata musicalmente e umanamente?
Ella Fitzgerald per il jazz e Al Jarreau e Aretha Franklin per il soul/blues ma anche (e soprattutto) Muddy Water, B.B. King e tutti i grandi del blues (il blues per me è come un mantra). Poi ci sono gli strumentisti che ho ascoltato (e continuo ad ascoltare) più dei cantanti: Chet Baker, John Coltrane, in particolare “Ballad”, un disco sublime e, più di ogni altro, il mio idolo, Miles Davis, per me l’unico vero e insuperato genio della storia del jazz. Non ultima la musica classica, il mio primo ascolto, indotto da mio padre (era un musicista) che mi ha insegnato, prima di tutto, ad ascoltarla la musica. Non ultimi i grandi della musica classica, che sono stati i miei primissimi ascolti; di ciò ringrazio mio padre (era un musicista) che mi ha insegnato, inoltre e prima di tutto, ad imparare ad ascoltare.
Fabrizio Ciccarelli
Tiziana Bacchetta (voce), Raffaele Cervasio (chitarra), Arturo Valiante (piano, rhodes), Carlo Bordini (batteria), Giacomo Tantillo (tromba e flicorno), Guerino Rondolone (basso)
1.The Christmas Song (Mel Tormé) 4:36
2.Christmas Tears (R.C. Wilson, S. Thompson) 6:11
3.Have Yourself A Merry Little Christmas (Hugh Martin, Ralph Blane) 6:01
4.Driving Home For Christmas (Chris Rea) 4:47
5.Every Year, Every Christmas (Luther Vandross, Richard N. Marx) 4:55
6.This Christmas (Donny Hathaway) 6:16
7.White Christmas (Irving Berlin) 3:56
Qui dei sample dell'intero album, ne vale la pena:
http://www.tizianabacchetta.it/driving-home-for-christmas/
Pagina Facebook da visitare:
https://www.facebook.com/TizianaBacchettasinger/