Dark Play di Emanuele Cellini

 

Dark Play

Provocatorio esperimento Noir tra Teatro, Cinema e Multimedia

Teatro Trastevere in Roma, Via Jacopa de’ Settesoli, 3

Nel momento in cui ci si ritrova assorbiti da un esperimento tanto

istigatore e coinvolgente, capiamo che è riuscito bene.

 

Probabilmente ispirato al lungometraggio “Hurlyburly“ di David Rabe del

1998 - termine a sua volta mutuato dal Macbeth di W. Shakespeare,

che significa “tumulto“ - la giovane regia di Fasanella dà vita ad un

innovativo modo di concepire il palcoscenico, forte di una presenza

tetra e dionisiaca, fomentatrice e tragicomica, che scardina la comune

idea di teatro.

Il protagonista ( Riccardo Eggshell ) ci conduce nel suo mondo, una

realtà dalla quale però non sa come fuggire, in cui le false amicizie di

Hollywood si alternano a fittizi momenti di piacere con donne usate

come oggetti. Rinchiuso in questo incubo fatto di denaro, droga, produzioni

cinematografiche, ricatti e menzogne, ruotano attorno a lui numerosi

personaggi, filmati saltuariamente da dietro le quinte, ognuno portatore di una

propria condizione e vicenda che va ad intrecciarsi in modo realistico con

quella degli attori principali.

Belle donne che ballano, scene di sesso e passione, droghe sintetiche, passaggi

oscuri, frasi che inizialmente sembrano superflue vanno poi con il ripetersi

“ nulla è mio, allora che cosa mi appartiene? “. Voce narrante di

eccezione, Ennio Coltorti riesce a quietare e rasserenare il cupo progredire

della pièce, intervallando agli occhi degli spettatori dei momenti tristi e tragici

ad altri folli, trasgressivi e comici, che affascinati e scioccati osservano la

vicenda volgere da un estremo all'altro.

Qual è dunque la lezione da apprendere? Cosa si può intendere da questa

commedia noir così aggressiva e ritrattista di una realtà all'apparenza bella e

luminosa, in profondità grottesca e con un lamento latente che scaturisce in

veri e propri scatti di ira da parte di Edward ( Eggshell ) che continua ad urlare,

piangere, ridere, drogarsi, terminando con la frase – icona “ È se tutto ciò fosse

una finzione.. Chi sono io, cosa ho io, lei non mi appartiene, cosa mi

appartiene?”.

In conclusione, l'interpretazione ultima è soggettiva.

Ad essere certa invece e l'efficacia della rappresentazione, ottima regia, da non

perdere.

Emanuele Cellini

Teatro Trastevere in Roma, Via Jacopa de’ Settesoli, 3

1 novembre 2015

Regia Matteo Fasanella

in collaborazione con Francesco Meliciani – Vincitore Roma Web Fest, Fashion Film (sez. Grande Bellezza)

Scenografie di Paolo Carbone – due volte vincitore Premio Vincenzo Cirami

Con Riccardo Eggshell, Priscilla Muscat, Antonio Coppola, Rachele Studer,

Michele Prosperi, Gloria Luce Chinellato

Partecipazione straordinaria in voce di Ennio Coltorti

Ufficio Stampa HF4: Marta Volterra This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. 340.96.900.12

 

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