Marc Copland, Someday, InnerVoicesJazz 2022
Indubbiamente una performance molto interessante quella del talentuoso pianista Marc Copland col suo quartetto di musicisti creativi, una parure di raffinatezze newyorkesi intarsiate di sofisticate intelligenze nordeuropee condotte con animo versatile, come si conviene ad un Jazz di questo livello, sapido, visionario, poetico, riflessivo.
Notiamo immediatamente che nella tracklist ci sono brani storici e bellissimi (Nardis di Miles Davis, Let’s Cool One di Thelonious Monk, l’intramontabile Someday My Prince Will Come, cursus honorum dei più grandi performers) e siamo inevitabilmente portati ad ascoltarli quasi con maggiore attenzione, magari per far i soliti paragoni, che invece non servono affatto poiché Copland non è da paragonare a nessuno col suo stile fluido e lirico, né è da mettere in discussione la sua abilità compositiva (tre pentagrammi suono suoi) né tantomeno le scelte circa gli arrangiamenti, originali, geometrici, talora impulsivi e angolosi (Spinning Things e Round She Goes) talaltra soffiati e spirituali (Encore e Let’s Cool One), in nome di un Contemporary di assoluta classe, colto e immediato, a volte brumoso a volte incandescente, se non eccellente poco ci manca.
Nonostante la Varietas delle pieces il flusso è coerente, segue una linearità dovuta ad un interplay ferreo e ad un pensiero comune ben strutturato nelle dinamiche e nei ruoli, come nella corretta non intrusività dei saxes di Robin Verheyen (due brani a suo nome) sempre puntuale nelle improvvisazioni e nelle conversazioni col piano e la ritmica.
Francamente la mia opinione è che su queste isobare debba muoversi il Jazz contemporaneo se crede nel “darwinismo musicale” in senso positivo, se vuole farci sentire il profumo del futuro e se intende passare dall’attuale stato un po’ brado a quello evolutivo, rinunciando finalmente al rigido formalismo dei generi e alla “gloria di quel che fu”, che, peraltro è tutt’altro che ignorata da un pianista emerito come Marc Copland e dai suoi optimi comites.
Fabrizio Ciccarelli
Marc Copland: piano; Robin Verheyen: saxophone; Drew Gress: bass; Mark Ferber: drums.
Someday My Prince Will Come; Spinning Things; Dukish; Let's Cool One; Round She Goes; Encore; Day And Night; Nardis.
#in ascolto https://music.youtube.com/watch?v=fKTONzc4EWQ&list=OLAK5uy_l4EZVb72FC-iQgaOi5ABgzIuvacboZ7_A