JAZZ FANTASY, Still, Caligola Records 2023
Da tempo si sente in giro poca Poesia, meditazione sulle note e sulla propria esistenza; sembra che molti musicisti abbiano deciso di dedicare il proprio spazio artistico ad ammennicoli mainstream o iperboli per frazioni free déja ecoutè, pensando di far novità con mestieri d’altri.
In questo STILL si fa strada una luce decisamente meditata, assorbita da composizioni con un senso armonico ben distinto, garbato ed eufonico, portato con dedizione totale ad un Sound dal senso compiuto: il trio Jazz Fantasy lo conosciamo da tempo e lo abbiamo sempre apprezzato per la purezza del suono e la convinzione che non c’è mai necessità di alzare la voce per comunicare risonanze interiori, come in questo gradevolissimo album distinto da un linguaggio raffinato e diretto, suonato in grande armonia d’interplay da tre bravi strumentisti per Blue Notes di gusto contemporaneo, placate ma dinamiche negli accenti solistici, piacevoli come si conviene ad ogni musica che intenda farsi ascoltare (parafrasando il lucido pensiero di Roland Barthes nel testo pubblicato da Einaudi nel 1973), che intenda suscitare emozioni contro l’odierno appiattimento dei gusti musicali e non solo, che parli di sé in quell’Inesprimibile che forma le sequenze armoniche e che tutti noi facciamo nostro in un metadialogo con un autore che lanci il proprio orfismo con purezza e spiritualità. Questo è ciò che personalmente chiamo Musica, senza misticismi anonimi o accademismi tediosi e supponenti.
Le nove composizioni originali si dipanano ellittiche in sguardi sobri e mai leziosi, ben definiti nel potpourri lirico dell’iniziale Still scandito dai brevi accenti di Michele Giro al pianoforte, dal silenzioso fruscio di Roman Hinteregger alle percussioni e dal morbido “andare” di Norbert Dalsass al contrabbasso in un paesaggio notturno sfumato e introspettivo, nel brillìo fusion della lunare New Dream definita dai tersi registri delle tastiere e dalle sinuose ombreggiature della ritmica, curiosando poi “libenti animo” nel trasparente smooth di Nichts , nell’Hard Bop fuggito dall’intro moderata nelle fluenti strutture improvvisative di For Marchin, nell’etereo jazz rock di SiBiMax e nell'intensa rivelazione melodica della Sei Corde di Shadows in the Night, epilogo di una Danza Corale che avrà ancora molti spazi per esprimersi quale “frammento dell’anima del mondo” (Platone) o liberazione dalla schiavitù dell’Ego (Lahiri Mahasaya).
Fabrizio Ciccarelli
Michele Giro (piano, keyboards), Norbert Dalsass (double bass, contrabass, guitar),
Roman Hinteregger (drums).
1) Still (N.Dalsass); 2) Speedway [Almabtrieb] (N.Dalsass); 3) New Dream (N.Dalsass, M.Giro);
4) Nichts (M.Giro); 5) For Marchin (M.Giro); 6) Peace Convention (N.Dalsass, L.Zöschg);
7) Reloaded (M.Giro); 8) SiBiMax (M.Giro); 9) Shadows in the Nigh (N.Dalsass).
# in ascolto su https://www.youtube.com/watch?v=98KO0qDuZOU&list=OLAK5uy_l58df2LLXrXSaer-N7gI8HSMSTfaszNTw&index=1