claudio cojaniz-black

Claudio Cojaniz , Black, Caligola Records, 2023

Vero è che quando un musicista, dopo aver esplorato molti ambiti non di rado avanguardistici, abbia la necessità di riflettere su se stesso e passare alla ricerca di melodie lineari, ed è per questo motivo che Claudio Cojaniz, un pianista bravo e profondo, ritengo scelga un plateau luminoso e autodiegetico che sia Io Narrante della propria esistenza artistica, del proprio Cursus estetico: credo, forse senza timor d’errore, che questo sia il caso di BLACK, ultimo suo album pubblicato da Elicona Edizioni Musicali, “spannung” delle tensioni espressive, sia irrequiete che alterate sia pacate che serene. In quali meandri di incrementi melodici Cojaniz stia scandendo il proprio tempo con certezza non possiamo saperlo, certo è che BLACK penetra vaporoso e vibrante tra ambrature classiche e misure jazzistiche (blues e cool) penetranti e ondeggianti, “versi” di un’atmosfera intimista meditata senza effettismi disegnando  temi che, ritengo, costituiranno un Futuro da approfondire.

Il calore di Jardin des pluies ne è prima presenza, tra passione e meditazione, incipit di suggestioni liriche per così dire “postromantiche”, soggetti immateriali del recitativo di Attesa, nel gesto d’affetto del toccante flou riflessivo d’un Jazz temperato e narrativo, della chanson d’antan di Mon Amour “A”, Mistero che vuol restare Mistero, cenno individuale d’intesa con la mistica black union di Umphefumulo Wase-Afrika  e con la bellezza della lirica distonica di Duende (“Potere misterioso che tutti sentono e nessun filosofo spiega. E’ un potere e non un agire, è un lottare e non un pensare. Federico Garcìa Lorca nel 1933, “Gioco e teoria del duende”, Adelphi 2020) che afferra l’Indicibile dell’Arte, di qualsiasi Arte, dal canto virginale di Billie Holiday al Bop-Cool-Jazz Rock di Miles Davis, dagli argenti rosati di Goya all’istintività di Nietzsche e Rimbaud, un Inspiegabile la cui deduzione del caso non può che restare, silenziosa, dentro di noi.

Fabrizio Ciccarelli

Claudio Cojaniz, piano & comp. feat. Mattia Magatelli, doublebass / Carmelo Graceffa, drums

  1. Jardin des pluies
  2. Martin Fierro
  3. Attesa
  4. Mon amour "A".
  5. Umphefumulo Wase - Afrika
  6. Red Line
  7. Duende
  8. Ola de fuerza

# in ascolto: https://music.youtube.com/watch?v=hzNkJO0d7QY&list=OLAK5uy_mCE_LNdU1gzgCrvezZmR-gCF-3_N7yVAE

 

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