Vito di Modugno With Fausto Leali, Black, White and Blues, Abeat 2023
Come si dice? Non si può mai stare tranquilli! Certo che tutto mi aspettavo ma non Fausto Leali con una jazz band il cui leader è il bravo Vito Di Modugno ed i cui membri sanno il fatto loro… Il titolo dell’album spiega tutto ciò che anima l’album: c’è blues, ovviamente il jazz e l’anima black cui da decenni Leali s’è votato. C’è il Suono di un Hammond Organ del pianista/tastierista/bassista barese, anatomico nell’interpretazione delle melodie, fulcro di immagini virate da un intrigante flou d’antan.
Non so a chi sia venuto in mente per primo questo connubio che suonerà quanto meno insolito ai cultori delle Blue Notes così come a chi segue con passione il Pop di qualità (che a mio avviso non è molto ) ma voglio immaginare che il tutto si sia svolto con naturalezza, del resto sia Fausto che Vito paiono condividere certe passioni e, lo sottolineo, le organizzano con strumentisti adeguati ad un arrangiamento originale ed interessante, ad una scelta di brani ad hoc, e non solo quelli che con facilità ognuno riconoscerà e saprà confrontare con quelli originali.
Mi sembra che il performativo sia stato approntato per quello che qualche stupidotto decenni fa soprannominò “il negro bianco”, come poi accadde per Mario Biondi e Paul Young, il cui significato idiota ancora mi sfugge; fatto sta che, un po’ banalmente, non posso far a meno di dire quel che considero dovuto per ciò che ho preferito, pur se ciò saprà di pedissequo elenco. Mi giustifico da solo, poi fate voi.
Mi concedo il non seguire l’ordine della giusta tracklist ma l’indice delle mie emozioni: qualcosa di simile ad un brivido avverto con Mi Manchi (un romantico must di alto gradimento popolare molto ben scritto e cantato), Georgia on my mind (per favore ascoltate la versione di Ray Charles: insuperabile song di Hoagy Carmichael divenuta standard con Fats Waller, Van Morrison, Wes Montgomery, Louis Armstrong, Dave Brubeck, Oscar Peterson e Billie Holiday), l’inevitabile Hurt di Jimmy Crane italianizzata da Mogol (A chi, chi può non ricordarla?), Knock on Wood di Eddie Floyd (hit di Otis Redding, Wilson Pickett e Carla Thomas ripresa da David Bowie ed Eric Clapton, per Fausto fu nel 1996 “No, Non tu”: successone), Memories on my mind di Vito e Rosanna D’Ecclesiis, nella quale va notato il “Second vocal” di Germana Schena, intenso e forte, molto forte, nell’ottava alta (brava Germana!) con quel poderoso spericolato rauco squillante urticante “graffiato” alla Gato Barbieri – non mi garba il termine “genio” ma non sono capace a non usarlo nel caso del tenorista argentino - di Michele Carrabba al sax, già notato ed apprezzato in Angelitos Negros (giustamente cantata in spagnolo visto che gli autori la scrissero per l’icona messicana Pedro Infante, italico trionfo per la versione “Angeli neri” del vocalist bresciano nel 68, testo tutt’altro che da sottovalutare culturalmente).
Sorpresa!
Fabrizio Ciccarelli
VITO DI MODUGNO hammond, bass
MICHELE CARRABBA sax
MASSIMO MANZI drums
PIETRO CONDORELLI guitar
GERMANA SCHENA vocals 6
special guest: FAUSTO LEALI voice
ANGELITOS NEGROS Manuel Álvarez Rentería – Blanco Guzman Andres 4.28
WHAT MAMA TOLD ME Federica Lorusso – Gianni Giannotti 3.35
GEORGIA ON MY MIND Hoagy Carmichael 4.32
COME TOGETHER John Lennon – Paul McCartney 3.10
HURT ( A CHI ) J.Crane – A.Jacobs – Mogol 4.11
MEMORIES ON MY MIND Rosanna D’Ecclesiis – Vito Di modugno 4.59
MI MANCHI Fabrizio Berlincioni – Franco Fasano 4.24
KNOCK ON WOOD Eddie Floyd – Steve Cropper 3.48
THE EYES OF SOUL Federica Lorusso – Vito Di Modugno 4.10
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