michel petrucciani the completeconcert in Germany

Michel Petrucciani, The Complete Concert In Germany, Dreyfus Jazz 2007-2023

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Il 27 febbraio del 1997, a conclusione del tour in Germania, Michel Petrucciani si esibì in uno dei templi europei della musica, l'Alte Oper di Francoforte: il doppio cd rimasterizzato a 24 bit dalla Dreyfus pubblicato nel 2007 propose per la prima volta l'integrale dello straordinario concerto, a 10 anni esatti da quell'evento che entusiasmò il pubblico e la critica, e che ora finalmente ognuno può avere occasione di vivere nella sua inimitabile pienezza, umana ed artistica, ancora in catalogo presso la prestigiosa casa discografica francese e sulle maggiori piattaforme.

Di Petrucciani si è ascoltato molto, si è scritto molto, molto ci si è dilungati sulla magnifica creatività che ne ha disegnato il percorso stilistico. Bene, il discorso non può dirsi concluso senza aver ascoltato “The Complete Concert in Germany”, una delle prove più intense del pianista e dell'uomo Michel, un'anima, quella sera, aperta, dischiusa anzi, nella volontà di suonare ciò che a lui stava più a cuore, che più era nelle tastiera del suo Steinway, brillante come le emozioni che intese sussurrare – com'era nel suo modo d'essere – a chi ebbe la fortuna di vederlo danzare elfo dalle dita veloci intento a sillabare le sue canzoni, a dispetto dei tenti problemi fisici che lo portarono di lì a poco a lasciarci.

Per la serata scelse 20 brani, propri e d'altri, che narrano la sua storia intima, tormentata quanto felice, inquieta e serena, attraverso voci d'entusiasmi e di bellezze profonde, senza artifici retorici, senza desiderio alcuno di ammaliare il pubblico con gesti istrionici o improvvisazioni accattivanti, animato dalla passione di vivere ogni sentimento ed interagire con la platea.

Quasi impareggiabile il modo con cui riuscì a legare con disarmante semplicità un brano all'altro, una variazione ritmica ad un sincopato o ad una jam per mano sinistra (Lenny Tristano, anche, nel suo cuore), un tango ad un excursus nell'introspezione più spontanea – tipica della sua lettura delle note – sul plot di "Caravan" o di "Besame Mucho", in una solare esibizione che non trovò pause né incertezze, che spaziò in tutto ciò che Michel riuscì ad immaginare in quella notte di febbraio, e che ancora può incantare per il pathos e la leggerezza pensosa del fraseggio. Bop, largo maestoso, cadenzato in ritmi latini o swing, non importa.

Non è passato un istante da quel concerto, solo qualche decennio che ne ha, se possibile, amplificato la bellezza poetica sorridente ed indifesa, 20 racconti di vita, incantevoli e luminosi.

Liberando il nucleo essenziale della melodia in modo meticolosamente antispettacolare, Petrucciani dimostrò la propria abilità nel dissezionare l'accordo, ridisponendolo alla ricerca di risonanze profonde, intime, di echi introspettivi secondo quel suo mood tutt'altro che ermetico, semmai a volte crepuscolare e sensuale in sommesse ballads; uno stile mai formalmente rigido, anche negli andamenti hardbop, un approccio raffinato ed armonicamente libero, in continua e spontanea evoluzione, come negli angoli blues di Colors, Training e Hidden Joy.

Tale appare nelle reinterpretazioni di Ellington, delle cui concezioni teoriche fu intelligente ed innovativo seguace, estraneo alle sonorità ridondanti e all'appiattimento delle amplificazioni, secondo un linguaggio non di rado "orfico", robusto e tenero, plastico ed incisivo nel ricordo dei molteplici esiti raggiunti dal maestro di Washington nell'àmbito del jazz inteso nel modo più ampio.

Raramente ho ascoltato dal vivo un artista come Michel Petrucciani: tecnica senz’altro ma soprattutto calore e poesia, frammenti che fanno trasalire nel fil rouge di una Classica novecentesca dinamica, espansiva, concreta e volitiva, come si può intuire dal tocco limpido e preciso, brillante e dirompente, una forza della Natura appassionata di volontà di conoscenza che intese esprimere vitalità e tenerezza.

Rimarranno per sempre la sua gentile lezione, il suo entusiasmo nell'indagare le possibilità espressive offerte dai tanti pentagrammi che intese esplorare, gli originali accostamenti di colori, trame e contrasti, in quell'indimenticabile respiro ampio e sognante che, personalmente, ancora mi commuove.

Fabrizio Ciccarelli

MICHEL PETRUCCIANI piano solo

CD 1:

  1. Colors
  2. Training
  3. Hidden Joy
  4. Les Grelots
  5. Guadeloupe
  6. Love Letter
  7. Little Peace In C For U
  8. Michel Petrucciani Speech
  9. J'Aurais Tellement voulu
  10. Rachid
  11. Chloè Meets Gershwin
  12. Home
  13. Brazilian Like

 

CD 2:

  1. Romantic But Not Blue
  2. Trilogy in Blois
  3. Caravan
  4. Looking Up
  5. Besame Mucho
  6. She Did It Again
  7. Take The A Train

# in ascolto su:

https://open.spotify.com/intl-it/album/1cKeoMvjYPdKV1vqa5B43D?autoplay=true

Merci pour votre amabilitè Madame Dreyfus!

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