big band del pentagramma-g.g.swing

Big band del Pentagramma ,  G G Swing, Abeat 2024

La memoria delle big band, sale del jazz per più di 60 anni, torna con questo bell’album denso di anima blue e di eccellenti arrangiamenti sia per i brani originali che per quelli storici, questi ultimi scelti con buon gusto e rispetto per la rilevanza estetica che hanno presentato non solo negli anni in cui sono stati ideati ma soprattutto per ciò che rappresentano tutt’oggi per ogni ascoltatore ami la buona musica.

Ciò che le big bands rappresentarono per lo spirito popolare viene redatto in modo efficace e traslato in forme moderne distinte da un interplay simbiotico che, de facto, appassiona, diverte, lascia guizzare le parti melodiche in gradevolissime trame sonore improntate, giova ripeterlo, al buon gusto, alla piacevolezza, alla serenità dell’immaginazione, seguendo con savoir faire le grandiose lezioni dei Maestri (Basie, Ellington, Gil Evans) e le moderne evoluzioni degli stessi nelle sonorità più dirette e, vorrei dire, poliglotte, viste le variabili solistiche e le intenzioni, per così dire, narrative.  Partire da un centro tonale come quello del capolavoro Mr PC di John Coltrane (non manchi nei vostri scaffali “Giant Steps”, Atlantic 1959: Trane, Cedar Walton – piano, Paul Chambers –contrabbasso, Lex Humphries – batteria!) e trovare il fil rouge con Body and Soul di Johnny Green(voce avvolgente e composta quella di Serena Grittani per lo standard portato alle stelle da Ella Fitzgerald, Billie Holiday e Frank Sinatra) per poi piegare l’animo nell’espressività dell’opera maestra ‘Round Midnight di Thelonious Monk tramite flauto (Aldo Di Caterino) e gagliardi impasti di ben cinque sax non è apex da poco, illustrativo di un repertorio che viaggia a pieno regime, diretto e arrangiato da Vito Andrea Morra con amore per la rivisitazione e per lo sfoderìo di passaggi sempre vicini all’area tematica e puntati verso l’alto (che blues in I’m Confessin’ di Chris Smith!) sapendo ben giocare con lo sguisciante spiritoso tema dei Flintstones  (The Flintstones Theme di Hoyt Curtin) ed il boom rock di Shamango Night (Marco Cutillo ed i bei registri della sua chitarra, molto bene) senza mai scendere di quota, d’intensità, di personali anatomie intelligenti, snelle e sagaci.

Fabrizio Ciccarelli

Orchestra: Aldo Di Caterino (flute), Nicola Cozzella (alto sax lead), Mike Rubini (alto sax), Francesco Lomangino and Max Zaza (tenor sax), Gianni Binetti (baritone sax), Tony Santoruvo (tromba lead), Alberto Di Leone, Giuseppe Todisco, Giuliano Teofrasto (trumpet), Antonio Fallacara ( trombone lead), Antonio Depalo, Eddy De Marco, Matteo Bavaro ( trombone), Serena Grittani (vox), Vitantonio Gasparro (vibraphone), Marco Cutillo ( guitar), Bruno Montrone ( piano), Gianluca Fraccalvieri ( electric bass on tracks 4,6,10), Giampaolo Laurentaci ( doublebass), Fabio Delle Foglie ( drums).

Vito Andrea Morra arrangements, conduction

Mr. P. C.  John Coltrane  03:36

(I’m) Confessin’ (that I Love You)   Chris Smith         05:05

L’ora blu (dedicato a Sofia)     V. A. Morra      04:43

The Flinstones Theme    Hoyt Curtin      03:31

Ballad       V. A. Morra      03:48

Shamango Night (primo premio Barga Jazz 1990)         V. A. Morra      03:22

Body and Soul Johnny Green 04:53

G. Swing (dedicato a Giancarlo Gazzani) V. A. Morra 04:09

‘Round Midnight     Thelonious Monk    04:53

Offshore  V. A. Morra      04:17

# in ascolto su: https://open.spotify.com/intl-it/album/0KWk2DksZHHr1TSQ3NcJQB?autoplay=true

 

   

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