1973, a cura di Andrea Pintelli, Athos Enrile, Angelo De Negri, Arcana Editrice 2024
L’anno giusto al momento giusto
Esistono anni nei quali si condensano eventi destinati a cambiare il corso della storia, sia in ambito politico che artistico, economico, antropologico. Il motivo non è da ricercare in misteriose congiunzioni astrologiche né in casualità sulle quali nessuno può aver certezze, credo piuttosto esistano “punti di svolta” dovuti all’esaurimento della ricerca per dar il via alla realizzazione di riflessioni, nel nostro caso musicali, sullo stile e sul contenuto, una volta che i performers abbiano ricevuto adeguati consensi soprattutto dal pubblico, elemento decisivo nel 1973, anno ormai perduto nei gusti e nell’entusiasmo ma recuperato, con competenza e lucidità, dai tre musicologi curatori del libro.
Ben ideato il “lavoro di squadra…per immaginare vie parallele, lasciando largo spazio all’intraprendenza personale”. 33 recensori con i tre autori per il cambiamento epocale soprattutto del Rock, con la consapevolezza di voler “rileggere un lavoro conosciuto attraverso occhi nuovi, contemporanei”: piace l’intenzione, vera nell’esito critico dei 73 dischi osservati con una volontà descrittiva completamente disinteressata alla lunghezza dell’articolo, oggi, tristemente, fattore primo della pubblicazione sia nel semiscomparso cartaceo che nei siti web, dove addirittura si sottolinea il Tempo di Lettura: hai visto mai che si possa turbare il Cronometro di chi osa darsi all’analisi di troppe righe? “Esiste il rischio di aver dimenticato qualcosa” riconoscono gli autori: ma certo, il rischio in casi some questo è inevitabile, ma la scelta è giusto farla; nulla mai potrà mai esser “completo”, soprattutto per le Arti, angoli umani sempre in Divenire. Potremmo aggiungere ai 73 album almeno 30 dischi di Jazz, Blues e Classica, ma l’esito non cambierebbe: piace il coraggio e la determinazione con cui si scelgono LP (già, vinili!) assolutamente imperdibili, recensiti da ottimi giornalisti quali, tra gli altri, Maurizio Baiata, Luca Paoli, Antonio Pellegrini, Michael Pergolani, Jessica Testa: da Birds of Fire della Mahavishnu Orchestra a The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, da Closing Time di Tom Waits a Lark’s Tongue in Aspic dei King Crimson, da Yessongs degli Yes a Tubular Bells di Mike Oldfield, da Arbeit Macht Frei degli Area a Love, evotion, Surrender di Carlos Santana e John McLaughlin, dal Rainbow Concert di Eric Clapton a Selling England by the Pound dei Genesis a Storia di un Impiegato di Fabrizio De André, a Berlin di Lou Reed, On the Road dei Traffic, Io Sono Nato Libero del Banco del Mutuo Soccorso e Sulle Corde di Aries di Franco Battiato, scegliendo secondo il mio gusto personale.
Come si potrà notare, album anche molto diversi tra loro, a testimoniare la grande creatività che animava quei mesi, accogliendo molteplici varianti provenienti dai più interessanti contesti di Prog, Jazz, Neoclassica, Elettronica, Cantautoriale, Black Music e, innanzitutto, Rock, un Rock che si andava rinnovando al di là delle asciutte e legnose produzioni degli anni 60, fatta eccezione per alcuni brani popular dei Beatles, le contaminazioni blues di Alexis Korner, Bob Dylan, Rolling Stones, John Mayal & Bluesbreakers, Cream, Led Zeppelin, Janis Joplin, e, primi non a pari merito, Jimi Hendrix e Doors, formidabili aperture destinate a permanere quali Muse di migliaia di musicisti fino ad oggi.
Osservazioni adeguate anche per “Il compito del recensore” riguardo alla Dispositio e all’Elocuzione, al calore ineguagliabile del Vinile, alla necessità dell’analisi del contesto storico per definire a modo l’Esterno e l’Interno dell’Opera, secondo un Metodo che ritengo più che corretto.
Da leggere per Sapere, Confrontare, Scegliere e, naturalmente, Ascoltare.
Fabrizio Ciccarelli
1973, L’anno cruciale della musica raccontato in 73 dischi leggendari, a cura di Andrea Pintelli, Athos Enrile, Angelo De Negri, Arcana Edizioni 2024, pp. 446, euro 24