pieranunzi, johnson, baron-hindsight

Pieranunzi, Johnson, Baron, Hindsight, Cam Jazz 2024

Cosa dire quando si ascolta un disco di Enrico Pieranunzi? Innanzitutto occorre lasciarsi andare all’emotività delle sue pulsioni, delle sue improvvisazioni, dei suoi arrangiamenti così esatti, eleganti e sottili, alle ragioni del suo comporre sempre preso da una Umanità (Umanitas per meglio dire) soffusa, elegante, dichiarativa, poetica, complessa, speculare, dinamica d’un Jazz profondo ed intenso, preciso e coinvolgente, avvolgente come raramente s’ascolta.

Il Modo di Pieranunzi è inclusivo, lirico nei dialoghi, ricco e stratificato negli Incisi e nel Groove, sfumato e diretto nelle atmosfere pensose e nelle spinte solistiche, delicate e decise, coese per una creatività virtuosa e versatile tra memorie di Classica e fluide intuizioni per Trio, ove il sentimento jazz dipana pentagrammi introspettivi e attimi solitici luminosi a memoria degli amati Bill Evans e Ahmad Jamal, come nella solare HINDSIGHT con le magnifiche variazioni di Marc Johnson al contrabbasso e Joey Baron alla batteria: basterebbe questo brano per giustificare tutto l’album, la volontà del pianista romano di dar luce per noi alla sua ricerca, centro filosofico ed emozionale, atto istintivo perfetto per esprimere tanto il Bello Formale che, per dirla alla Nietzsche, all’Ebrezza del Dionisiaco. E’ una triangolazione che sinceramente entusiasma, un alito di Umano che prende il proprio Tempo fin dall’esordio di JE NE SAI QUOI, un tergere le note che oltrepassa le Idee, che trasforma e oggettiva (ed allora può venir in mente Arthur Schopenhauer) quel Mondo Blue come Volontà di Rappresentazione, che per scelta sintassi di esistenza può agilmente variare dal mosso standard di Cole Porter EVERYTHING I LOVE (pulsante nell’interpretazione del 2000 di Eliane Elias e brillante in quella del 2002 di Roland Hanna) all’umbratile commozione di MOLTO ANCORA a memoria di Luca Flores, omaggio crepuscolare all’arte dell’adottato fiorentino ed al suo Essere Uomo con disagio “umano troppo umano”, senza un attimo di interruzioni romanticistiche, guardandosi dentro come pochi artisti sanno fare.    

Registrato dal vivo all’Auditorium de La Seine Musicale di Boulogne-Billancourt il 13 dicembre 2019, come la Musa del Jazz vuole hanno ruolo primo le immagini intense ed i toni raffinati per temi originali di profondo cuore compositivo, calibrati  per melodia ed armonia, delle cui sfumature parleremmo volentieri ancora…

Fabrizio Ciccarelli

Enrico Pieranunzi piano, composizione

Marc Johnson bass

Joey Baron drums

Tracklist

1 Je ne sais quoi

2 Everything I love (Cole Porter)

3 B.Y.O.H (Bring Your Own Heart)

4 Don't forget the poet

5 Hindsight

6 Molto ancora (per Luca Flores)

7 Castle of Solitude

8 The surprise answer

Da ascoltare in https://www.youtube.com/watch?v=DBq52XnGO2M

 

 

 

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