fil rouge-l'ile noire

Fil Rouge Quintet, L’île noire, Alfa Music 2024

L’Isola trovata e il popolo delle Acque

Le attenzioni dovute all’intercultura musicale da qualche tempo hanno preso strade differenti tra loro ma con una costante d’importanza non indifferente, almeno per quel che riguarda le produzioni italiane.

C’è sempre qualcosa che lega (che ci lega tutti) ad un melting che richiama origini comuni, sviluppate secondo sensibilità diverse a seconda dell’impronta lasciata dalla Koinè cui decidono d’appartenere gli artisti, ed i nostri artisti spesso riescono ad esprimere onde liriche in melodie sia di pentagramma che di testo poetico, come nel caso del FIL ROUGE QUINTET nella bella e sentita performance L’ILE NOIRE, respiro denso di suggestioni e rimandi mediterranei e afro nella sensorialità del contatto Griot di Badara Seck, impressioni protette da timbri decisi e immaginifici, spontanei e di grande intensità, che sembrano espressi in un contesto live, istituiti da un jazz di armonie spaziose e di fini arrangiamenti nei quali dar voce ad una lirica universale.

L’album è in una dialettica ampia e fitta di “antiche modernità”, se si consente l’ossimoro, come nel vivace popolaresco TANGO ROMANESCO acuito nel suo senso estetico dal sax di Javier Girotto (che del resto il tango ce l’ha nell’anima) per una “Roma zozza” fragile e piena d’amore, nelle visioni d’atmosfera dei frammenti New Age de L’ILE NOIRE, suggestivi negli umori ritmici e nelle modulazioni vocali di Maria Teresa Leonetti, compresse nelle evocazioni pianistiche di Manuela Iori e nei sapidi umori di Charles Ferri alla tromba, Michele Staino al contrabbasso ed Ettore Bonafè alla batteria.

Inevitabile che quando il dualismo vocale sale sospinto dai confini Afro de LES VILLES CACHEES “trascinati in una città fatta di solitudini e di diritti negati”, per chi non è andato a fondo nel mare tra coste del sud e primordi d’Europa, il mood si cala in sofferte nostalgie che sanno di sabbie rosse e d’infamie occidentali nei viaggi dei “popoli dimenticati” e nelle solitudini di coloro che chissà quando torneranno, come nel caldo abbraccio dell’avvolgente beat del lieve tribalismo di LE VENT DE LA MER e nello spleen impressionista di ALEXANDERPLATZ di Franco Battiato: attimo dopo attimo nel filtro delle emozioni e di una giustificatissima Vita dovuta ad ogni essere umano.  

La Iori e la Leonetti, anime di questa Isola, affermano: “nel nostro mondo così pieno di futilità e brutture è fondamentale riconoscere ciò che c’è da salvare e che vale la pena proteggere, ovvero gli affetti, le tante parti buone di noi, la nostra essenza più intima e, in definitiva, la vita stessa.” Condivido in toto ed invito all’ascolto.

Fabrizio Ciccarelli

Maria Teresa Leonetti voce, testi

Manuela Iori piano, tastiera, cori, composizione e arrangiamenti

Charles Ferri tromba, flicorno, effetti

Michele Staino contrabbasso

Ettore Bonafè batteria, percussioni (djembé, tabla, kalimba, congas, anklung)

Special guests:

Javier Girotto sax tenore

Badara Seck voce

In ascolto su: https://open.spotify.com/intl-it/album/2r9kQHY5z9lgQYOGxww84q

 

 

 

purchase