Bearzatti/Risso/Barbieri, Behind anatomy, Auand 2024
Parlare di avanguardia jazz di questi tempi è scelta se non pericolosa almeno ardita, dopo tutto quel che hanno suonato i grandi maestri, da cui hanno preso spunto (eufemismo) centinaia di musicisti un po’ a corto di idee, bleffando con neanche tanta abilità sulle dinamiche, i soli, gli arrangiamenti, le atmosfere.
Non sono molti quelli ai quali ascrivere meriti per qualcosa che davvero suoni “diverso”, originale, personale, calibrato in formazioni per così dire “improprie”, prive di elementi centrali in senso mainstream, cui il pubblico con fatica si affeziona poiché in molti vogliono ascoltare ciò che conoscono e la rara dote della curiosità sembra ormai esser scemata se non ridotta a zero.
Chi invece produce vere novità ha dato vita a questa intensa performance, a volte da brivido, coraggiosa e consapevole di come si possa non far rumore ma rivedere le forme secondo una salda cultura ed un pathos forte, talora fortissimo, osando la soluzione del trio senza piano, ove la “funzione media” è sostituita con abilità da electronics, dialoghi serrati tra ritmica e sax tenore e clarinetto, come Francesco Bearzatti sa intendere da reale sperimentatore, efficace e propositivo artefice di variazioni di tempi e timbri di senso free, condivisi con Stefano Risso, contrabbassista di rango dedito ai plateau elettronici e autore di sette degli otto brani , e il fumantino batterista Mattia Barbieri, attento alle improvvisazioni e alle strade parallele intraprese dalla tempra decisa dei due partners.
BEHIND ANATOMY è un album che si muove fra astrazioni e soluzioni aperte, come nella turbolenta ONE EMO, graffiata dal rumorismo di fondo sguisciato dalle derive del sax e dallo stretto e visionario eccellente interplay contrabbasso/batteria, nell’elegante suggestione del futuribile swing di A LA GUY LOMBARDO del più creativo Duke Ellington, nella scura psichedelia de IL CANE AL PLUTONIO, frusciante nelle ombre del clarinetto e nell’equilibrio lirico dei colori melodici del Risso e del Barbieri.
E’ una libertà estetica cui urge andare oltre i limiti del presente, come sempre attendiamo da chi vede in sé nuovi modi espressivi e portamenti anticonvenzionali.
Fabrizio Ciccarelli
Francesco Bearzatti tenor sax, clarinet
Stefano Risso double bass, electronics, beats
Mattia Barbieri drums
# in ascolto su: https://open.spotify.com/intl-it/album/0xal9EzWgGNZUkt0NRJlYc