Ben Monder
Amorphae
ECM 2015, distribuzione Ducale
Coerente all’Estetica ECM, il chitarrista Ben Monder da tempo cerca di oltrepassare il funambolico e fantomatico confine fissato da coloro che riteniamo suoi Maestri Spirituali, John Abercrombie, Ralph Towner, Bill Frisell e David Torn.
Arpeggi elettrici, distorsioni e riverberi, sottili sfumature esaltate dal sinth di Pete Rende (“Tendrils”), virtuosismi lirici e contrasti velati, dissonanze pacatamente malinconiche (“Tumid Cenobite”), sviluppi accordiali costruiti secondo un centro emotivo inquieto e lanciato in improvvisazioni di suoni nebulosi celesti, magmatici, bui e angolosi (“Zythum”), rendono le otto performance un plastico cesello di grande libertà creativa, dettata da un’abilità prospettica incline all’evanescenza ed all’intuizione di Forme poliedriche estremamente curate nell’interplay prezioso ed incisivo con due Signori del Drumming, quali Andrew Cyrille e Paul Motian (credo questa l’ultima testimonianza prima della sua scomparsa ).
Un ottimo album di notevole equilibrio, elegantemente fluido nelle pronunce melodiche e nell’attenzione esecutiva, caratterizzato dalle strutture acide e variegate della Psichedelia Rock e del Minimalismo, dalle analogie con i più coraggiosi impasti timbrici del Novecentismo fuori e dentro l’avanguardia delle Blue Notes.
Fabrizio Ciccarelli
Ben Monder: electric guitar, electric baritone guitar (3), Fender Bass VI (4); Pete Rende: synthesizer (4-5); Andrew Cyrille: drums (3-5, 7); Paul Motian: drums (2, 6).
Track Listing: Tendrils; Oh, What A Beautiful Morning; Tumid Cenobite; Gamma Crucis; Zythum; Triffids; Hematophagy; Dinosaur Skies.