Paolo Giaro
Tango nuevo latin jazz
Dodicilune 2015
Disco gradevole, per chi si muove nell’orizzonte della musica latina, e interessante, per chi apprezza le contaminazioni. Sembrerebbe una contraddizione ma è presto spiegata: pur dentro quell’orizzonte Giaro lavora, ricerca, incrocia sonorità diverse, ottenendo risultati tutt’altro che scontati.
Prendete “Estate”, il classico di Bruno Martino interpretato in tutte le salse! Perché non provare a rileggerlo secondo un’ispirazione tanguera che all’inizio può spiazzare ma poi convince? Oppure due pezzi sacri come “Off Minor” e “Criss Cross” di Thelonius Monk! Perché non provare a confondere le acque?
Bossa nova, hard bop, voci che richiamano “Buena vista social club”, atmosfere intense alla Pedro Almodovar e soprattutto tanto tango, ma con quella giusta ironia che poi ti porta a contaminare e a vedere le cose, le stesse cose, da un altro punto di vista.
Il fatto è che il tango di Giaro è tango dello spirito, dell’evocazione, dell’ispirazione, più che dei segni esteriori.
Giaro è dentro il tango, non suona solo distrattamente del tango. Non è pedissequo e modaiolo, non è appiattito sul mainstream e quindi può legittimamente permettersi, dentro una cornice di senso ben riconoscibile, tutte le ibridazioni e digressioni che desidera sostenuto dall’autenticità del soul.
Tutti i brani sono originali (molto interessante, per il bell’equilibrio tra musica e parole, “Tango agridulce”) tranne i tre imperituri citati.
Stefano Cazzato
P.Giaro:guitar, vocals, virtual instruments; S.Donati, V.Visconti: vocals; C.Giunta, I.Mignoni:violin; S.Garofoli:flugelhorn; C.Colocci:saxophones; J.Gambini:tenor saxophones; C.Mangialardi:bass; M.Manzi:drums.
1.Los apasionados; 2.Conquistar; 3:Estate; 4.Tango agridulce; 5. Sudamerica; 6. Dancing in the autumn light; 7.Scatti; 8. Off minor; 9. Criss Cross.