MARCO TESTONI
Musica e Visual Media
Dino Audino Editore, Taccuini 46, Luglio 2016, pp.103, 13 €
Tempi bizzarri (diciamo così) per chi si occupa di didattica e, ancor di più, per chi crea l’arte musicale, figuriamoci se poi connessa alla composizione di colonne sonore.
Marco Testoni, da tempo, è in Italia uno dei nomi più interessanti fra i colori della creatività (si ascoltino in proposito gli album del Pollock Project) e svolge la professione di music supervisor, figura di certo poco nota al grande pubblico ma centrale nella produzione di un film.
Testoni è autore di un ottimo saggio che rivela non solo quanto sia vero che molti film abbiano valorizzato brani musicali, quanto molti brani abbiano reso celebri tante pellicole; e lo fa con assoluta linearità discorsiva ed opportuna dovizia d’esempi, come si conviene ad uno scritto che intenda sia informare sia costituire un chiaro e gradevole manuale (anche) per i non addetti ai lavori.
Ne parliamo con l’autore.
D. Definiamo il Music Supervisor…
R. Il Music Supervisor è colui che si occupa appunto di supervisionare tutta la parte musicale di un film. Più nel dettaglio è il tramite tra chi realizza la colonna sonora (compositore, musicisti, editori, tecnici) e tutte le altre figure professionali di una produzione cinematografica: regista, montatore, produttore. In particolare si occupa principalmente della selezione dei brani di repertorio (cioè le musiche o le canzoni non scritte dal compositore del film) e delle relative trattative per l’acquisizione dei diritti.
D. Quali sono le principali figure professionali nella produzione di una colonna sonora?
R.Tutti pensano al solo compositore, ma in realtà non è così perché la lavorazione ha un percorso molto complesso e articolato. Oltretutto ne conosco molto bene le difficoltà, vista la mia carriera molto strana e variegata, perché di ruoli, a seconda delle situazioni, ne svolgo indipendentemente o insieme almeno tre: compositore, music supervisor e consulente musicale. Queste tre figure insieme al sound designer, che si occupa più del “suono” in senso stretto, sono i ruoli che hanno il compito di ideare la colonna sonora nella sua globalità. Confrontandosi ovviamente con il regista.
D.La colonna sonora può meglio “visualizzare” un film. La musica può “raccontare” un film?
R. La musica è parte integrante del film, è una sorta di protagonista del subliminale. Dico spesso che è l’unica espressione invisibile di un’arte del visibile quale è il cinema. La musica può cambiare il significato di una scena, esaltarne un particolare lato emotivo o aiutare il ritmo di una sequenza di montaggio. E’ uno sfondo in grado di interagire con le immagini e di suggerire e provocare sensazioni molto profonde. La musica, il suono e il rumore hanno una potenza evocativa molto intensa perché riaccendono in noi qualcosa di inspiegabile e ancestrale. Ti faccio un esempio: prova a pensare al rumore di un boato, seguito da urla di terrore e al suono dello scalpitare di una folla che fugge. Anche senza nessuna immagine o parola che definisca ciò che stiamo ascoltando la sensazione è già abbastanza opprimente. Ecco, la musica agisce nel nostro subconscio con la stessa modalità del rumore ma in maniera più sottile e raffinata.
D. Musica e Immagine: dedichi un capitolo all’”ascolto visualizzato”, nel quale parli di “ascolto creativo”, che, in sostanza, è immaginare se stessi: una risposta polimorfa all’inevitabile polisemia della narrazione musicale. Cosa significa, allora, leggere “oggettivamente” un brano musicale?
R. In assoluto non credo si possa leggere oggettivamente un brano musicale perché è spesso legato al costume del momento o ad un contesto molto soggettivo. Però è evidente che ogni brano musicale ha delle caratteristiche abbastanza riconoscibili. Musica triste e allegra, lenta o veloce, sentimentale o energica, vecchia o nuova sono parametri semplici ma funzionali alla percezione comune legata ad una forma d’arte fondamentalmente popolare come il cinema. Di conseguenza chi fa il mio lavoro è spesso alle prese con il tagging, cioè un metodo che cerca di catalogare la musica per immagini con, ad esempio, criteri legati al mood e al genere di un brano. Io però credo che, come spesso mi accade da musicista, bisogna cercare anche una via differente da quella maestra, una strada che porti a sensazioni diverse che i soliti trucchi ed effettacci di sicura riuscita. Quando parlo di “ascolto visualizzato” alludo al fatto che gran parte della musica viene oggi ascoltata guardando il relativo video su YouTube o postato su qualche social network. Da una parte quindi si sono andate affinando una serie di tecniche legate al rapporto tra musica e immagine ma dall’altra parte si è a volte tolto alla musica il suo potere immaginifico. Insomma bisognerebbe sempre giocare con la capacità creativa di lasciar proliferare liberamente immagini e sensazioni alla musica.
D. Mi sono accorto, leggendo il tuo libro, che prendevo appunti quasi superiori per lunghezza al testo scritto, soprattutto quando alludevi a quanto le arti possano esistere ognuna in sé e tutte in un unico Soggetto. Mi sembra, questo, sia parte essenziale della tua vita di musicista e di Music Supervisor…
R. Possiamo chiamarla sperimentazione o interazione tra le arti ma in realtà da sempre la musica e l’arte in generale oscilla tra purismo e contaminazione. Aristotele attraverso quella che i greci chiamavano Sinestesia teorizzava un rapporto tra suono e colore ricercando il punto d’incontro tra sfere sensoriali diverse. Il cinema non ha fatto altro che realizzare un sogno che molti artisti avevano da sempre: unire le espressioni artistiche. Oggi nell’era dei nuovi visual media abbiamo tutti la possibilità di sperimentare le enormi possibilità che ci offre il digitale anche attraverso semplici app o software. Moltissimi ragazzi utilizzano abitualmente programmi di audiovideo come Final Cut per creare i loro video dimostrando spesso una buona tecnica di editing. Voglio dire che l’accostamento tra immagini e musica è ormai parte integrante del linguaggio comune e non solo di chi si occupa di questo per professione.
D.Quanto il Cinema ha dato forma e sostanza alla tua idea di musica?
R. Moltissimo, se non altro perché i miei genitori gestivano un cinema e la mia storia in parte sembra quella del ragazzino di “Nuovo Cinema Paradiso”. Ho passato molto della mia adolescenza in cabina di proiezione o in cassa o in platea. Da ragazzo poi ho avuto modo di frequentare come amico di famiglia Alessandro Blasetti, il padre del cinema neorealista italiano, che periodicamente invitava amici, artisti e attori a rivedere i suoi vecchi film al Safa Palatino. Ho respirato tutto questo e nonostante la musica mi portasse altrove (concerti, jazz club, cantine e poi conservatorio e studi di registrazione) alla fine tutti i conti sono magicamente tornati ed io mi sono ritrovato a lavorare nel cinema.
D. Quali Sound Designers e Music Supervisors che ritieni più creativi? Quali film a tuo avviso sono stati meglio commentati?
R. Per quel che riguarda il sound designer direi che il capostipite è Ben Burtt, per intenderci quello che ha creato tutti gli effetti sonori di Guerre Stellari (dal verso di Chewbecca al suono delle spade laser). Attualmente il più geniale per me è Diego Stocco, un italiano trasferitosi da tempo negli States. Il suo lavoro è semplicemente meraviglioso: dall’invenzione e la manipolazione di nuovi strumenti musicali acustici alle nuove tecniche di registrazione, il tutto con una grande conoscenza delle tecnologie digitali musicali e compositive perché è anche un ottimo musicista. Se invece parliamo di music supervisor il primo nome è quello di Randall Poster (Grand Hotel Budapest, The Wolf of Wall Street, Le avventure acquatiche di Steve Zissou e la serie tv Vinyl); altri professionisti poliedrici sono Joel Sill (Forrest Gump, Cast Away) Brian Reitzell (Lost in Translation, Maria Antonietta) e Chris Douridas (American Beauty, Shrek). Ecco, se pensi a quanto sono importanti le playlist con le canzoni presenti in questi film sappi che la scelta è stata pensata da questi music supervisor. Il loro lavoro meriterebbe di essere conosciuto come quello del compositore credo.
D. Perché hai scritto questo libro? A chi lo hai idealmente dedicato?
R. L’idea è nata un paio d’anni fa dopo lo svolgimento di un corso professionale sul ruolo del Music Supervisor di cui ero docente dove mi sono reso conto che ci sono pochissimi libri e fonti bibliografiche sull’argomento. Si affronta spesso la colonna sonora nel senso musicologico (Sergio Miceli ha scritto saggi fondamentali), biografico (bellissimo il libro “Inseguendo quel suono” di Ennio Morricone) o di critica musicale ma pochissimi manuali trattano le modalità attuali con le quali si realizza compiutamente una colonna sonora. Questo libro è rivolto a tutti coloro i quali vogliono capire come oggi si sviluppa una musicale per l’audiovideo (cinema, tv, pubblicità) ma è anche dedicato a tutte quelle persone che lavorano al buio delle sale di postproduzione dove il film finalmente prende la sua forma definitiva. A quella pletora di professionisti con cui quotidianamente divido il mio lavoro perché il cinema, non bisogna mai dimenticarlo, è un’opera d’arte collettiva e non individuale.
Fabrizio Ciccarelli
NDR: Marco Testoni, compositore, music supervisor, consulente musicale nel settore della musica per il cinema (Paolo Genovese, Marco Bellocchio, Luca Miniero, Silvio Muccino), la fiction e la pubblicità. Ha realizzato numerosi progetti musicali collaborando con artisti di diversi ambiti creativi (arti visuali, fotografia, video arte). Nel 2014 ha vinto il Premio Colonne Sonore con il brano “Io credo io penso io spero”, interpretato da Antonella Ruggiero nel film “BlackOut”. Nel 2015 è stato premiato come Compositore dell’anno al Premio Roma Videoclip. Come didatta ha diretto nel 2014 il primo corso in Italia di Music Supervisor patrocinato dalla Regione Lazio.(Cit. Ufficio Stampa: Studio Alfa di Lorenza Somogyi Bianchi).
Discografia:
NON AMMAZZATE ANNA
Edoardo De Angelis, Primiano De Biase, Marco Testoni (2014 - Helikonia)
feat. Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Amedeo Minghi, Lucilla Galeazzi, Enrica Arcuri
4 GIORNI DI ASSOLUTO SILENZIO soundtrack
Marco Testoni (2014 - Tre Lune Records)
BLACKOUT soundtrack
Marco Testoni feat. Antonella Ruggiero (2013 - Helikonia)
QUIXOTE
Pollock Project / Marco Testoni, Nicola Alesini & Max Di Loreto (2013 - Helikonia)
POLLOCK PROJECT
Pollock Project / Marco Testoni, Nicola Alesini & Max Di Loreto (2011 - Tre Lune Records)
OBLIQUA
Various Artists (2010 - Obliqua)
IMPATIENS
Marco Testoni & Hang Camera - feat. Billy Cobham (2009 - Tre Lune Records)
SOUNDS & FLOWERS
A Musical Tribute to Dr Bach
Marco Testoni, Marco De Angelis, Mats Hedberg, Federico Mosconi (2003 - S3L)
OFF ENSEMBLE
Marco Testoni & Marco De Angelis (2001 - S3L)
Composer, Producer, Arranger, Caisa Drums, Drums & Percussions player:
WAG World Acoustic Guitars vol. 1
Various Artists Billy McLaughlin, Alex De Grassi, Dominic Frasca, Peter Finger, Forastiere, Luis Salinas & Tomatito, Don Ross, Antonio Forcione, Franco Morone, Steffen Basho-Junghans, Sergio Altamura, Vicenç Solsona, Beppe Gambetta & Glen Moore, Del Vezeau, Michele Ascolese, Mats Hedberg & Christer Haggner, Jordi Bonell & Dani Perez (2006 - Tre Lune Records)
MIRIAM NETTI
Miriam Netti (2006 - S3L)
PIUMA
E102 (2003 - S3L)
ANTOLOGIA D'AUTORE
Edoardo De Angelis (1997 - Teatro del Sole)
Lucio Dalla, Ron, Luca Barbarossa, Angelo Branduardi, Paola Turci, Tosca, Bungaro, Lucilla Galeazzi, Antonello Venditti, Francesco Di Giacomo, Mario Castelnuovo
PAROLE NEL CUORE
Edoardo De Angelis (1995 - BMG /Teatro del Sole)
SEMICERCHI
Marco Caronna (1994 - BMG / Cantare in Italiano)
A CAVALLO DELL'ONDA
Mario d'Azzo (1993 - BMG / Cantare in Italiano)
A DISTANT RETURN
Epsilon Indi (1992 - Angel Records)
LA GARA DI SOGNI
Edoardo De Angelis (1992 - BMG / Cantare in Italiano)
SO CHE CE LA POSSIAMO FARE
Marco Caronna (1991 - BMG / Cantare in Italiano)
LE PAROLE DEL GATTO
Max Manfredi (1991 - BMG / Cantare in Italiano) Premio Tenco 1991
LE NAVI DI JACQUES
Mario d'Azzo (1991 - BMG / Cantare in Italiano)