Antonio Onorato & Franco Cerri
Abeat 2016
Che piacere, francamente, poter parlare di Franco Cerri e di Antonio Onorato; che piacere ascoltarli mentre dialogano, interagiscono, prendono spunti l’uno dall’altro, veleggiano sulle stesse onde jazzistiche, variano le improvvisazioni per affinità elettive, suggeriscono reciproci movimenti cromatici, muovono assieme passioni spontanee per magnifici temi di grandi maestri, e mai secondo quella “autorevole consapevolezza” che pur avrebbero tutto il diritto di esibire essendo loro stessi grandi maestri, e non solo di Blue Notes.
Quanto è raro, oggi più che mai, incontrare musicisti che sappiano esprimere il proprio senso di collaborazione senza ricorrere ad atteggiamenti meticolosamente studiati, che sappiano scegliere un repertorio comune senza necessità di aforismi intellettualistici e “senso d’avventura” preventivamente meditato a tavolino, lasciando all’emozione il Nome della condivisione, del garbo del saper essere artisti senza mai debordare in iperdotte prolusioni che, inevitabilmente, sempre vengono avvertite da chi ascolta quali puri esercizi formali privi di contenuto sensibile e umano, e dunque artistico.
Naturalezza e Classe, come nell’affabile memoria di Tom Jobim (“Corcovado”), nelle penombre partenopee di “Munasterio ‘e Santa Chiara”, nella bellissima e distesa Bossa di Toots Thielemans (“Bluesette”), perfino nel corpo proteso delle esuberanze più contemporanee del profondo blues magnetico alla Pat Metheny ideato da Antonio Onorato da Torre del Greco (“Neapolitan Minor Blues”), avvolte nella ritmica composta e discreta di Simone Serafini e Luca Colussi, bravi e puntuali nel sostenere le pulsioni inventive dei due chitarristi.
Onorato è un chitarrista colto e moderno che ha avuto modo di collaborare in assoluta originalità creativa con Pino Daniele, John Scofield, Jan Garbarek, Charlie Haden, Steve Grossman, John McLaughlin, Pat Metheny, Tito Puente, Toots Thielemans, Tuck & Patti, Gary Burton, George Benson...Cerri è l’indiscusso Gentleman della Sei Corde che nei suoi 91 anni (!) ha conosciuto “on stage” i Numi della nostra musica (citiamo a memoria: Barney Kessel , Billie Holiday, Chet Baker , Dizzy Gillespie , Django Reinhardt , Gerry Mulligan , Jim Hall , Johnny Griffin, Lee Konitz, il Modern Jazz Quartet , Phil Woods e tanti tanti altri) e che non può non essere considerato punto di riferimento di ogni chitarrista di nuova generazione: la Storia, l’Arte, la Filosofia del jazz italiano.
Le due esperienze confluiscono, in tutta naturalezza e senza sfumature oblique, in una performance che non può che narrare passi autorevoli, lezioni di stile, combinazioni originali, modalità esecutive ispirate all’estro dell’istante, ai processi interpersonali che costituiscono l’ambito distintivo e più gradevole di un percorso narrato incontrando l’anima l’uno dell’altro, con delicata raffinatezza, con l’entusiasmo della semplicità e dell’empatia lieve e sottile, con quell’eleganza mai enfatica che noi, che amiamo la Musica incondizionatamente ma non da orbi, sempre attendiamo d’incontrare.
Fabrizio Ciccarelli
Franco Cerri: chitarra Antonio Onorato: chitarra Luca Colussi: contrabbasso Simone Serafini: batteria
1.Out of Nowhere 2.Corcovado 3.Bye Bye Blues 4.Munasterio 'e Santa Chiara 5.Bluesette 6.Neapolitan Minor Blues 7.Body and Soul 8.Take the a Train