Luigi Martinale Quartet
Il valzer di Sofia
Abeat Records 2016
Il termine “Valzer” porta tutti noi ad un mondo di nobile e lieve memoria così come alle magie jazzistiche di John Coltrane e Bill Evans.
Il “Valzer di Sofia”, afferma Luigi Martinale, comporta “diversi significati che rimandano al mio personale mondo infantile, quando la musica era associata al ballo popolare, prima di diventare esperienza colta”, significati ai quali sovrapporre “melodie che ho scelto come dono per mia figlia: cantabili, danzabili, semplici”. Seguendo il motivo del titolo, ne sentiamo a fondo tensioni e specularità autobiografiche, assolutamente in linea con quanto il pianista piemontese ha sinora suonato e scelto come immagine della propria Luce antispettacolare e chiarissima, con andamenti da capofila del jazz contemporaneo, quasi spendesse la sua esistenza di musicista in un ampio percorso esplorativo, volgendo continuamente le proprie tessere stilistiche in nuove combinazioni e conservando sempre una forte autonomia di pensiero secondo un trend estetico coerente e, come l’album dimostra, eclettico, colto e, soprattutto, lirico.
Alla Cortesia delle volatili Blue Notes dell’Incipit arioso del brano che dà nome alla performance seguono suggestioni più vigorose e dense (“Alagitz”), accordi inquieti e meditanti (“Kind of Blurry”, “Lost and Found”), sequenze bop divertite e di tono rapido e ascendente (“On All Fours”), andamenti bruni e tardoromantici nella tensione dell’archetto di Yuri Goloubev al contrabbasso, nell’intensa narrazione di Stefano Cocco Cantini al sax e nel timing raffinato di Zaza Desiderio alla batteria.
L’azione solistica appare densa di riferimenti esistenzialisti che svincolano l’Idea dell’album da forme standardizzate (“Breath”), così come nel declinare in maniera del tutto originale e coinvolgente le voci trasparenti e lunari del Corale della liturgia protestante scritto dal compositore ottocentesco W.H.Monk per il testo di Francis Henry Lyte e a suo tempo magnificamente traslate in jazz dalla geniale rilettura operata in “Monk’s Music”(Riverside 1957) dall’impareggiabile Thelonious con John Coltrane, Coleman Hawkins e Gigi Gryce ai saxes (“Abide with Me-Abide with Us”) e nel voler dare nuovo senso al Pathos ineguagliabile di “Besame mucho”, come giustamente osserva il Nostro “brano bellissimo, nel tempo vilipeso come tutte le grandi melodie asservite ad interpretazioni di dubbio gusto”.
Non abbiamo necessità di porci ulteriori domande sulle intenzioni artistiche, né di sottolineare la bellezza e la maturità di un quartetto come questo.
Fabrizio Ciccarelli
Luigi Martinale-piano e composizione (eccetto 8 H.F.Lyte e W.H.Monk, 9 C.Velàzquez), Stefano Cocco Cantini-sax tenore e soprano, Yuri Goloubev-contrabbasso, Zaza Desiderio-batteria.
1 Il Valzer Di Sofia 2 Alagitz 3 Kind Of Blurry 4 On All Four 5 Breath 6 Mamia 7 Lost And Found 8 Abide With Me 9 Abide With Us 10 Besame Mucho