MARCO ACQUARELLI
Drops
Filibusta Records, 2017
Un jazz di idee moderne quello di Marco Acquarelli, chitarrista ed autore degli otto brani di Drops, che ha scelto per questa sua interessante prova musicisti di indiscusso calibro, strumentisti rapidi ad intuire le forme insolite e policrome di pentagrammi fluiti da una concezione espansiva del tempo dispari all’insegna dei grandi Maestri statunitensi.
Seicordista attento e scrupoloso, lavora sulle Blue Notes in modo originale, prediligendo, a parere di chi scrive, climi dinamici e prospettici nella dimensione dell’interplay, lasciando correttamente spazio artistico al sax raffinato di Daniele Tittarelli ed alle belle individualità creative di Francesco Ponticelli al basso e Fabio Sasso alla batteria.
Si ha la sensazione che l’album sia il naturale prodotto di anni di riflessione nei quali ha maturato una solida personalità solistica ed un linguaggio ampio e di sicuro segno stilistico, essendo stato in contatto con tanti giovani come docente e collaborando con eccellenti rappresentanti della scena jazz italiana (fra i quali ricordiamo con piacere, per averli ben conosciuti in tante performances dal vivo, Gabriele Mirabassi, Fabio Morgera, Massimo Manzi, Marcello Rosa, Claudio Corvini, Gabriele Coen, Greta Panettieri, Maurizio Giammarco, Marco Valeri, Pietro Lussu, Alice Ricciardi, Domenico Sanna, Luca Pirozzi, Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi).
Drops si dipana con armonia in lirismi delicati (P.P.P.), in vigorosi accenti notturni di segno Hard Bop (Super), in flessioni pensose di Acid metropolitano (Avanguardia), trovando forse nel conclusivo Romantico triste quell’insostituibile passo autografico che appare intuibile nel rarefatto interludio visionario della ballad, molto ben arrangiata ed eseguita in quelle brune profondità elettroniche che sentiamo vicine al miglior modo d’interpretare la Ricerca e l’Immaginazione per un Jazz di forti emozioni e di assoluta contemporanea plasticità.
Fabrizio Ciccarelli