Riccardo Randisi
A Waltz for You
Abeat 2018
L’intento di chi scrive di jazz il più delle volte è quello di suggerire una serie di brevi consigli per orientare l’ascoltatore nella giungla, spesso inestricabile, delle uscite discografiche. Non di rado ho notato persone del tutto sgomente di fronte agli scaffali dei negozi, pazienti ed inquiete nel confrontarsi con centinaia, se non migliaia, di titoli diversi, ristampe, offerte speciali, copertine ammiccanti e cofanetti invitanti, munifici e costosi.
Cosa vuol dire dare un suggerimento per ascoltare un buon disco che possa far parte della nostra discoteca, se non sottolineare matrici stilistiche, metri interpretativi, originalità strutturali, quozienti emotivi, personalità espressiva? Se l’assunto è condivisibile, allora passiamo ai fatti: ritengo opportuno avere nella nostra discoteca l’album di Riccardo Randisi, credo un migliaio di concerti alle spalle, pianista siciliano la cui eleganza trova sede non solum sed etiam nella cultura della Magna Grecia cui indiscutibilmente appartiene, che decide di dar forma fisica alla propria Anima Musicale dialogando per noi con Bill Evans (diciamolo: uno dei tre grandi del pianoforte del 900) a partire dal Sintomo ineffabile del titolo con cui dà nome alla performance.
Già, A Waltz For You: un nome che ci parla innanzitutto del ¾ tanto amato dal maudit del New Jersey, il Maestro dell’armonia diversa, il cantore di linee melodiche straordinariamente intense, il coltissimo professore di tanti standards, il mite “eroe” tanto fragile e sballato di eroina e cocaina quanto lucido, lucidissimo, nelle perfezioni di “Kind of Blue” con Miles Davis, nel meraviglioso trio con Scott LaFaro e Paul Motian, nelle esibizioni in Solo che dissero della sua disperata ricerca di Vita e della sua difficoltà ad esser Uomo in un Mondo nel quale ben poco si riconosceva.
Silenzioso Rapsodo Bill, Poeta del Nulla Eterno, Creatore di Equilibri visionari, Aedo del Canto Sensibile dell’intera Umanità.
Riccardo Randisi, raccolte le idee e la commozione, e forte della collaborazione di comprimari di assoluto carisma (Alessandro Presti alla tromba, Francesco Patti al sax tenore, Marcello Pellitteri alla batteria e l’inossidabile formidabile caposcuola, assoluto maître à penser del contrabbasso Giorgio Rosciglione), scrive brani di visibile nitore compositivo, di cui cura arrangiamento e passi solistici, ponendo in prima luce disposizioni cromatiche in coerente lettura, Eventi Poetici che di fatto appartengono tanto al Maestro Bill Evans quanto all’originale creatività del Randisi (la pagina mozzafiato di Love for Sale di Cole Porter – Magna cum Laude all’autore statunitense ed al Nostro – e King of Pain di Sting – ed ecco realizzato il Contemporaneo che tutti ci aspettiamo, le Blue Notes che sanno narrare di ogni tempo ed in primis dell’Oggi), vibrazioni sempre nel territorio scosceso fra Crepuscolo ed Iridescenza (le scritture originali della fluente impressionistica Intro Bill Evans, l’eleganza nell’idillio evanescente di A Waltz for You, nell’effervescente Bop di My Old Friends e nel fascino della vocalità di Kate Worker in Joy Spring), ove leggere l’indissolubile Unione fra il Lirismo di quel Jazz e quel Trovare senza forzature intellettualistiche la Parola nell’Anima, quella impossibile ad esser detta meglio di Giuseppe Ungaretti:
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso.
(Commiato, Allegria di naufragi, 1919).
Si perdoni il riferimento letterario, ma c’è più di qualcosa che sembra unire Bill Evans, GiuseppeUngaretti e Riccardo Randisi; magari ne parleremo un’altra volta.
Buon ascolto, ne vale la pena
Fabrizio Ciccarelli
RICCARDO RANDISI (p)
GIORGIO ROSCIGLIONE (b)
MARCELLO PELLITTERI (ds)
ALESSANDRO PRESTI (tp)
FRANCESCO PATTI (ts)
KATE WORKER (vo)
1. BILL EVANS
2. KATUSCHA
3. MY SPRING
4. LOVE FOR SALE
5. STRANGE BLUES
6. KING OF PAIN
7. A WALTZ FOR YOU
8. JOY SPRING
9. MY OLD FRIENDS