Note Noire Quartet, Nadir, AlfaMusic 2019
Note Noire è un quartetto che opera su sonorità mediterranee, sudamericane e gitane in composizioni originali memori della tradizione Gipsy Swing, come già in “Incontri” del 2013 e “Oltreconfine” del 2015*, secondo un approccio contemporaneo e particolarmente curato nell’arrangiamento, come in questo nuovo Nadir.
L’Arte dei Maestri evocati ne rende appieno le coordinate jazzistiche: Django Reinhardt, Bireli Lagrene e Stochelo Rosenberg, al pari delle magie fisarmonicistiche di Richard Galliano e di quelle violinistiche di Stéphane Grappelli.
Il trait d’union tra le quattro virtù strumentali di violino-accordion-chitarra-contrabbasso è nella forte condivisione di umori ed emozioni, intenti stilistici e ricerche culturali sincretiche che, per non ripetermi, sintetizzo in quanto detto nella mia presentazione dell’album:
I Quattro di Note Noire continuano ad “insinuare” Jazz secondo una visione dell’Estetica Blue che fin dal loro esordio mi ha colpito per la naturalezza e la combinazione poetica del loro sentire la Musica in una prospettiva che facilmente potrei dire raffinata ma che in realtà opera molto più in profondo, nell’istante del sentimento, della riflessione sulla Storia delle Blue Notes, sul linguaggio ritmico di forme preziose dello swing manouche, di un “bien parisienne” ampio e melodico, di iridescenti atmosfere mediterranee dal Maghreb alla Magna Grecia, che sembrano dare al Quartetto una nuova via d’espressione e di riflessione.
Brani descrittivi per lo Stile Note Noire? Gli accordi e le improvvisazioni di Sintho, la lirica luminosa de L’Île des Berceuses, l’anima crepuscolare di Floriana, il sentimento dedicato alla Luna Crescente della dea greca della verginità e della serenità bucolica (non a caso sorella gemella di Apollo, protettore delle Arti e della Scienza che illumina l’Intelletto) ne Il Ballo di Artemide, l’ immergersi nel barocco virato in amour métropolitain di Arc en Gypsy, la progressione funk di Nadir, che è punto d’osservazione privilegiato, polo dell’orizzonte astronomico opposto allo Zenit della visione “alta”, modo dei Quattro di osservare, commentare quel che si sa, quel che s’immagina e quel che si vive.
Forse non è troppo elegante parlare di un album di cui si sono scritte le Note di Copertina: sarà pur vero, ma il Quartetto Note Noir merita, a mio avviso, d’esser conosciuto per quel che vale, a prescindere dal mio coinvolgimento personale, circa il quale sono convinto ognuno potrà soprassedere dopo aver ascoltato i nove ritratti autoctoni così densi di “cuore interpretativo”.
Fabrizio Ciccarelli
Ruben Chaviano: violin, composition
Roberto Beneventi: accordion, composition
Tommaso Papini: guitars, composition
Mirco Capecchi: doublebass
- Sintho (Roberto Beneventi) 6’10
- L’Île des Berceuses (Tommaso Papini) 5’19
- Itai Doshin (Ruben Chaviano) 6’03
- Monkey’s Kiss (Roberto Beneventi) 6’32
- Floriana (Tommaso Papini) 4’38
- Il Ballo di Artemide (Roberto Beneventi) 5’34
- Arc en Gypsy (R. Beneventi, R. Chaviano, T. Papini) 4’43
- Nadir (Roberto Beneventi) 6’16
- Stymphalian Birds (Roberto Beneventi) 5’19
Production coordination Alessandro Guardia & Fabrizio Salvatore
* cfr. la mia recensione: https://www.romainjazz.it/index.php/recensioni/48-nore-noire-oltreconfine