Davide Rasetti, Zelmira, Alfa Music 2019
Zelmira di Davide Rasetti è un album per uno spazio eclettico ideato per excursus nel funky e per interessanti soluzioni postclassiche, ben pensate negli arrangiamenti sia delle intensità più dense di groove quanto in quelle dai tratti più intimisti.
Evidente e poliedrica è la cultura musicale del ventenne(!) teramano che firma con certezze da veterano ben sei pentagrammi e che, oltre al piano, suona anche sax soprano e contralto (!), a partire dall’Incipit dell’album dedicato alla madre che si chiama Zelmira, così come il primo brano, una sostenuta ispanica che evoca certe finezze solistiche di Keith Jarrett e (osiamo) il calore e i colori della “Carmen” di Bizet. Ma magari è solo una mia fantasia. Oppure no. In ogni caso quando la musica dà certi stimoli vuol dire che giunge a quella parte della mente, del cuore, cui è per natura destinata.
Né meno colta e geometrica Lullaby from dad, una ballad con gli archi ad avvolgere la melodia pianistica del Nostro e l’eccellente fluidità del basso elettrico di Massimo Moriconi (se vogliamo sentirvi anche Bach, possiamo farlo), né meno ispanica e calda Ode a Celeste in Trio piano piano/sax-basso -percussioni, né restiamo sorpresi quando l’ironia del ben trovato titolo Stanky Ma Funky esplode secondo lo stile indicato (Steps Ahead? Ma sì) e preme sull’ istinto jazz amante delle contaminazioni, facendoci dinoccolare, schioccare le dita e agitare tacco e punta, come nella bella tradizione del miglior Funky…
Ed allora mi scappa un “bravo” (e in verità “bravo” dice anche il mio vicino di casa costretto ad ascoltare tanto jazz soprattutto dopo il tramonto; e stavolta il “bravo” lo dice in modo molto molto convinto). Un “bravo” da ascrivere a Davide Rasetti anche per le spontanee illuminazioni di Sadness of a lost time (altra ballad che in qualche modo mi porta al meditante dell’immenso Bill Evans anche per la soffusa linea melodica tracciata dal sax soprano) e di Sottosopra a Matilda, quando si apre una sognante atmosfera New Age scandita dal respiro vocale di Federica Di Domenicantonio e dal roco lirismo del sax contralto dei 20 anni di Rasetti (e quasi non ci si crede) che anche stavolta conducono ad altri pensieri ed altre storie (Ennio Moricone e Gato Barbieri: un’altra mia fantasia, perdonatemi).
Non vorrei dimenticare le due piéces in piano solo, Sweet Cactus e Nebula, canti intimi sempre necessari ad un’artista che di pianoforte classico novecentesco sa piuttosto bene e sente di doverne individuare le linee ritenute essenziali (Debussy e Ravel, non solum sed etiam), che consideriamo opportuna e sapiente e giovane introduzione al gran finale di Puli-Pu, brioso funky d’assieme in gran portata di divertimento in sestetto.
Per completezza vorrei sottolineare in ordine sparso gli ottimi strumentisti a fianco di Rasetti: Massimo Moriconi (un grande decano in favore di un giovane talento: bene!), Niki Barulli alla batteria, Sabatino Matteucci al sax contralto, Toni Fidanza al pianoforte, Giulio Spinozzi alla tromba, Cristiano Sanguedolce al trombone, Federica Di Domenicantonio alla voce ed i tre archi Irene Tella, Chiara Piersanti e Irene Scarpone.
“Bravo” direbbe il mio vicino. Senz’altro.
Fabrizio Ciccarelli
Davide Rasetti pianoforte, sax contralto e soprano
Toni Fidanza pianoforte
Massimo Moriconi contrabbasso e basso elettrico
Niki Barulli batteria e percussioni
Sabatino Matteucci sax contralto
Gianluca Caporale sax tenore
Franco Pellegrini chitarra acustica
Giulio Spinozzi tromba
Cristiano Sanguedolce trombone
Irene Tella primo e secondo violino
Chiara Piersanti viola
Irene Scarpone violoncello
Federica Di Domenicantonio voce
Coordinamento di produzione Alessandro Guardia e Fabrizio Salvatore
1.Zelmira (Davide Rasetti)
2.Lullaby from dad (Davide Rasetti)
3.Ode a Celeste (Toni Fidanza)
4.Sweet cactus (Davide Rasetti)
5.Stanky ma Funky (Sabatino Matteucci)
6.Nebula (Toni Fidanza)
7.Sadness of a lost time (Davide Rasetti)
8.Sottosopra a Matilda (Davide Rasetti)
9.Puli-pu (Davide Rasetti)