LaRizzo, Fogli che raccontano, TRP Music 2020
Un album dai chiari segni autobiografici, una voglia di raccontare se stessi ed il mondo che è dintorno Fogli che raccontano di Alessandra Rizzo, ovvero LaRizzo come lei stessa ha scelto nel darsi nome artistico.
Tra una certa virginea, candida cantautorialità bei versi che meritano attenzione per un’interessante misura di Frammento tipica della Poesia italiana del Novecento ispirata alla rinascita (E non so più difendermi/rinascerò da qui), al ricordo (C’è un albero di pietra dalla memoria corta/che dimentica di non poter più spargere l’odore dei suoi frutti/ E si accontenta del profumo del ricordo), al senso del viaggio come conoscenza (Sono stata in viaggio/ alla ricerca di qualcosa che/ forse segretamente/ era solo nascosta dentro di me), alla malinconia di un cuore sgualcito dal tempo e di un necessario abbandono (Inciampare nei tuoi occhi/Fare finta di niente), all’assenza che diviene desiderio (Non si può alzare lo sguardo/Senza confondersi/Milioni di stelle che cercano di conquistarti), all’autoironia nel quotidiano del disordine (Dicono sono scorbutica ma che ci posso fare/Non so ancora quanto tempo potrò camminare scalza/Con la luce spenta/Mi son persa/Equilibrio instabile ma non per me), al silenzio delle pagine da spiegare (Abbandono qui tutte le mie armi/Proverò ad arrendermi/Ti regalerò collezioni di fogli che mi raccontano/Fogli che ti racconterò)*.
Postura vocale intensa, fraseggio agile, cromie pastose e ben impostate sui medio-acuti, calde nei medio-bassi e seducenti nelle dizioni palatali. Un’ugola come Madre Natura conviene, educata all’esposizione dinamica e ben articolata nelle necessità espressive del vento onirico di Sono frammenti, nel sommesso notturno di Troppe luci Niente stelle, nel passionale crepuscolo di Memorie lontane.
Hanno suonato con Alessandra bravi strumentisti che hanno contribuito ad una lettura musicale raffinata e non univoca stilisticamente, segno inequivocabile di un’apertura della vocalist ad un clima contemporaneo di Jazz, Fusion, Latin e World, così come s’indicherebbe ad ogni artista libero da clichés.
Fabrizio Ciccarelli
Alessandra Rizzo, voce e composizione
Edoardo Musumeci, chitarre e composizione
Peppe Tringali, batteria
Alberto Fidone, contrabbasso
Special Guests: Gionata Colaprisca alle percussioni ; Massimo Greco alla tromba; Mario Pappalardo al Rhodes; Teresa Raneri backing voice
- SONO FRAMMENTI – A. RIZZO /M . AMANTIA
- ALBERO DI PIETRA – A. LO CERTO
- TROPPE LUCI, NIENTE STELLE – A. RIZZO /M . AMANTIA
- CON LE MIE SCARPE – RIZZO, MUSUMECI, SAMPERI
- SGUALCITO DAL TEMPO – RIZZO, MUSUMECI, SAMPERI
- MEMORIE LONTANE- RIZZO, MUSUMECI, SAMPERI
- EQUILIBRIO INSTABILE- RIZZO, MUSUMECI, SAMPERI
- FOGLI CHE RACCONTANO- RIZZO, MUSUMECI, SAMPERI
*Citate nell’ordine: Sono frammenti, Alberi di pietra, Con le mie scarpe, Sgualcito dal tempo, Memorie lontane, Equilibrio instabile, Troppe luci Niente stelle.
Qui per ascoltare l'album:
https://www.youtube.com/watch?v=y9C3jkEDPvI&list=OLAK5uy_kAB2jSRYB9gLFcWM6tzIKObexzlccI5Es
Official Video:
https://www.youtube.com/watch?v=ZJNsAEqg6H0