Miles Davis, 'Round About Midnight, Columbia – CL 949
Si dice che nel 1957, quando Miles Davis entrò in sala d’incisione, aveva tutt’altro in mente che registrare un disco hard bop.
Gli strumentisti del suo ensemble non sapevano cosa aspettarsi, volevano documentare il lavoro realizzato fino a quel momento, del resto da poco esisteva la denominazione di quel genere e spesso le incisioni non accoglievano grande riscontro dal pubblico, ancora legato al bop tradizionale.
In uno stato d’animo di pacata ed intensa concentrazione Miles aveva in animo da tempo sottigliezze armoniche e di arrangiamento, e ciò che cattura maggiormente è nel mirabile equilibrio fra composizione e improvvisazione, pathos e logos, spontaneità dei solisti (e che solisti!) e rigorose sezioni d’assieme levigate con passione, eleganza sublime, perfezione tecnica; proprio mentre Davis si disinteressava alle mode del momento preferendo concentrarsi su un instancabile desiderio di conoscenza che lo portò a trasformare continuamente la propria personalità per conservando sempre il suo inconfondibile tocco solistico, quell’accuratezza delle tessiture strumentali che consente di riconoscere chiaramente i mobilissimi impasti accordiali, di straordinaria maturità stilistica.
Nulla nel disco è privo di emozione, si tratta di un album in cui i musicisti non sentono la necessità di urlare e scelgono di dar spazio ai colori piuttosto che a spettacolari scudisciate di note, come del resto Davis farà in tanti dischi successivi (dal capolavoro Kind if Blue a Miles Ahead). Una tracklist da centodieci e lode: dalla title track a All of You, da Bye Bye Blackbird a Tadd's Delight, : John Coltrane, Red Garland, Paul Chambers e Philly Jo Jones con il Mago dei Principi. Storia!
Fabrizio Ciccarelli