Simone Graziano. Embracing The Future. Auand 2021
Un Piano preparato, uno splendido Yamaha C3: immediatamente Cage alla memoria, un suono particolare con inserzione di oggetti di varia quotidianità (cartucelle, mollettine, gommine) per un suono di “ciò che non sono abituato a sentire”, come Simone Graziano stesso dichiara, modificazioni che liberano dal peso di strutture tradizionali nella convinzione di una radicalità del pensiero compositivo che oscilla tra suoni barocchi, primitivi, afro, cortigiani, rinascimentali e minimalisti, di classica del 900 (Satie in primis, poi Schönberg e Debussy), di passaggi strumentali che rimandano ai lavori di Glass e Boulez ma anche di jazzisti illustri come Chick Corea.
Atmosfere certo difficili in una complessità che dopo ripetuti ascolti svela panorami di forte tensione, di autolettura, di autoanalisi
(come nella lettura di When the Party’s Over della nota singer d’oggi Billie Eilish, di Nihilio e di Brahms Tears); ma a differenza di tanti imitatori dei Maestri succitati non si hai mai l’impressione di perdere tempo, anzi i ripetuti ascolti lasciano intuire aspetti essenziali di un Sound contemporaneo, quadrature musicali angolate sull’emozione, su dividendi armonici originali e cospicui, su una sicura abilità esecutiva che rivela un’ottima preparazione tecnica versata in accenti inquieti e disorientanti (Damn Spring), in una curiosità intellettuale che spinge Graziano, necessità primaria, in una singolare avventura musicale carica di notevole tensione espressiva, accentuata dall’uso assai sofisticato del ritmo e di risonanze metalliche e tenui.
Quella di Graziano è una sperimentazione che non si rinchiude in una torre d’avorio poiché le circonvoluzioni, diciamo così “psicanalitiche”, risultano attente e comunicative, ariose, pensose, d’una certa elegia che sembra comporre il senso profondo dell’esposizione lirica, di varianti ibridate in un caleidoscopio tanto “classico” (perché non sentirvi anche Bach?) quanto avanguardistico.
Non credo d’aver detto tutto, ma penso sia abbastanza per ascoltare questo interessante pianista fiorentino, figlio diletto di riflessioni mordenti, gradevoli e ricercate.
Fabrizio Ciccarelli
Simone Graziano – pianoforte, composizione, arrangiamento
- When The Party’s Over
- Damn Spring
- Dora Et Les Adieux
- Embracing The Future
- Tancredi
- Nihilo
- We Will Hug Again
- Always Whispering
- Brahms Tears
- Stars Behind Me