Claudio Fasoli Quartet, Next, Abeat 2021
Le ultime incisioni di uno dei grandi decani del jazz italiano, Claudio Fasoli, sono, a mio avviso, tra le più belle della sua lunga carriera, inanellate di segni fondamentali il cui percorso è quello di un artista che ha sempre cercato l’innovazione, travalicando i limiti del blue sound attraverso visioni tecniche ed un’espressività che, se laboriosa ad esser intesa, ha presentato importanti elaborazioni appartenenti ai più diversi climi del Jazz moderno.
Le esperienze free e jazz rock di Next, sua ultima incisione, sono una delle tante tessere che compongono l’eclettico mosaico della sua personalità, una performance intelligentemente variata che visita 10 composizioni originali del maestro, inseguendo figurazioni originali (complesse direbbe qualcuno, oniriche e mai scontate direi io) con la fantasia di un tono strumentale che liricamente increspa la propria voce sassofonistica, particolarmente aperta linguisticamente, e mette una volte per tutte da parte le inutili questioni sulla mancanza di comunicativa da parte delle cosiddette asperità sonore, segnale di anticonvenzionalismo e di una timbro che da decenni si distingue per energia e – mi verrebbe da dire – filosofia jazzistica, come nella psichedelica intro di Russell Square.
Ad accompagnare Fasoli in questa performance un trio attento che segue con dedizione le idee del sassofonista, menzionando in particolare la ricchezza armonica e l’ispirata costruttività del chitarrista Simone Massaron nelle belle uscite melodiche dell’acida 99 Ryerson St., nel bruno misterioso e distopico di Estatisk, nel calore glaciale di Ali, ove la spiegazione dell’intento estetico è chiaro: dire chiaramente come l’incontro con le diverse sintassi sia ricchezza così come è ricchezza dar corpo elastico a nuovi percorsi, logos fondamentale del suo modo d’intendere il jazz.
Fabrizio Ciccarelli
Claudio Fasoli : tenor an soprano sax, composition
Stefano Grasso : drums
Tito Mangialajo : doublebass
Simone Massaron : Electric guitar, electronics