keith jarrett-belonging

 

Keith Jarrett,Belonging, ECM 1974. vinyl 2022

, a musicale di Keith Jarrett à molto vasta e indubbiamente conta decine di abum di assoluta importanza storica. Con il quartetto europeo è riuscito a compiere una straordinaria sintesi di ogni sua precedente esperienza, si vedano le performance con Charles Lloyd e Miles Davis, all’alba dell’inizio di sentieri solistici per la Impulse e l’Atlantic e, soprattutto per l’ECM di Manfred Eicher, illuminato demiurgo (a suo tempo, oggi forse non più) che gli diede la possibilità di dar libero sfogo al suo linguaggio jazzistico in contesti musicali fra i più diversi per stile e creatività.

Il Sound di questo album storico è denso di poesia e di entusiasmo sin dall’incipit Spiral Dance, perfezione di ostinati ritmici per un tema tra i più conosciuti. Egualmente l’andatura slow funk del secondo brano Blossom denso di suggestioni soul notturne e intimiste, chiosate dalla tensione nordica del sax di Jan Garbarek, secondo quella passione tutta jarrettiana per le atmosfere scandinave.

L’acuto lirismo di Jarrett torna nel blues arcuato di Long as you know, con attimi di cedimento più sereni e in realtà più inquieti a ben ascoltare , suggestioni soul variate in crepuscolari svisature orientali,  levigate da una sezione ritmica estremamente raffinata, piene ed avvolgenti per le  figurazioni di Garbarek e la solida strutturazione di Palle Danielsson al contrabbasso e dal leggero raffinato drumming di Jon Christensen  alla batteria.

L’eclettismo del pianista è ancora nelle figure hillbilly del solare riff dello slancio ritmico e avvolente di The Windup – da notare lo straordinario passaggio durante il primo break – giungendo, alfine, al misterioso di Solstice, inquieto drive di una personalità complessa e distonica, isolata da tempo per una patologia distruttiva che lo ha lasciato parzialmente paralizzato, un ictus che non gli permette di usare la mano sinistra. Con un quartetto di tal fatta Jarrett può disegnare combinazioni polimorfe e stupefacenti passaggi intimisti, in fondo il senso della sua Poesia, dei suoi colori, delle astrazioni di eburnea delicatezza per un album di affabulanti cantabili e di idee melodiche spaziose e quanto mai raffinate, come nella trance lirica e inquieta di Belonging , modulata armonicamente da un gusto innato per accordi semplici e spazi lirici afro-jazz.

Ho ascoltato Keith Jarrett all’Auditorium di Roma alcuni fa, non sembrava in forma, forse qualcosa covava dietro quel suo esser distante dal pubblico, quella sua scarsa simpatia nel dar le spalle alla platea e andarsene quasi indifferente dietro gli applausi in verità freddi dei jazzofili capitolini.

Poi un secondo tempo più caldo e simpatico.

Possiamo capire, possiamo giustificare, non possiamo pensare che un magnifico musicista abbia sempre l’energia per compiacere la platea, specie se consapevole del suo male. Per questo non approviamo i commenti aspri sulle ultime performance del pianista di Allentown, anzi gliene diamo affetto e piuttosto preferiamo ricordarne le perfette bellezze che ha dato al jazz contemporaneo.

Sta’ bene, Maestro,

Fabrizio Ciccarelli  

Keith Jarrett – piano

Jan Garbarek – tenor and soprano saxophones

Palle Danielsson – bass

Jon Christensen – drums

All music composed by Keith Jarrett

"Spiral Dance" – 4:11

"Blossom" – 12:15

"'Long as You Know You're Living Yours" – 6:14

"Belonging" – 2:15

"The Windup" – 8:27

"Solstice" – 13:13

 

 

 

 

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