satoyama, sinking islands

Satoyama, Sinking Islands, Auand 2022

La personalità ben definita della band Satoyama si riflette in un modo chiaro e particolare di suonare e d’intendere la musica, come nella loro ultima uscita discografica, Sinking Island, album di proiezioni future, una performance di consistente qualità espressiva, pagine intense sfogliate con un taste solistico e stilistico versatile, obliquo nei passi più bruni ed enigmatici, appariscente e onirico nei richiami  armonici all’elettronica contemporanea ed al battito incalzante delle energie ritmiche del blue chitarristico, dei giochi minimalisti di percussioni, di glockhenspiel  ed electronics , nel nome di un’avanguardia fiammante ed incalzante (Solomon, Maratua e nell’ inquieto lisergico di Venice).

I nove brani originali stimolano l’immaginazione, sprigionano veementi psichedelie, melodizzano passi lanciati verso temi jazzistici  (Nauru), proiettati in un continuum di fantasie captate dalla tromba di Luca Di Benedetto (memore della frequentazione dei Can da parte di Jon Hassell prima della collaborazione con Terry Riley e LaMonte Young)  e dalla sei corde di Christian Bussano per Kiribati , nel cui acuto lirismo avvertiamo (in modo del tutto personale) la suggestione dell’aspro intellettualismo di Tom Waits e dello spigoloso teatralismo di Kurt Weill , in qualche modo legato all’indubbia dimensione mediterranea dell’ensemble Satoyama, accesa della sezione ritmica di Marco Bellafiore al contrabbasso e Gabriele Luttino alla batteria ed alle percussioni (Suva).

Fabrizio Ciccarelli

Luca Benedetto – Tromba e tastiera

Christian Russano – Chitarre ed elettronica

Marco Bellafiore – Contrabbasso ed elettronica

Gabriele Luttino – Batteria, glockenspiel ed elettronica

 

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