milton jackson quartet

Milt Jackson Quartet, Prestige 1955, vinile 1982, rimastered 2022

La personalità prorompente di Milt Jackson fece compiere al vibrafono un decisivo passo in avanti, verso l’assoluta realizzazione solistica dello strumento.

Il virtuoso swing di Jackson leviga gli spigoli del bop, il suo linguaggio percussivo è nuovo, formidabilmente elegante, le sue personalissime melodie conducono le lamine sulle acutezze di Dizzy Gillespie e Thelonious Monk, assieme ai quali realizza i capolavori “Evidence”, “Misterioso” ed “Epistrophy” con forza creativa ed estrema lucidità, come nel sound postclassico e novecentesco del Modern Jazz Quartet (del resto qui ci sono Connie Kay e Percy Heath, sontuosi talenti del MJQ), suadente ed ardente romanticismo in cui il vibrafono di Bags (a ben ragione così detto per il suo carattere non proprio conciliante) vola leggero su direzioni blues (Wonder Why), meridiani cool accarezzati da Horace Silver nell’agilità nelle bacchette e nella sublime tecnica del pedale, utilizzato per dar forza e chiarezza anche ai passaggi accordiali più complessi (Moon Ray).

Bags senza dubbio ha ampliato nel modo più moderno lo spettro armonico del vibrafono, levigandone con eleganza l’estensione grazie all’uso finissimo del vibrato, più intenso, se possibile, del cangiante polimorfo dei Maestri Lionel Hampton e Red Norvo. Con gli anni il sound di Bags s’è ammorbidito (testimone ne è la leggera notturna sensibilità di My Funny Valentine), nonostante il suo magistrale fraseggio sia sempre stato ricco ed imprevedibile, genialmente originale.

Oltre ai dischi a suo nome, consigliamo il duo con John Coltrane del 1959, quello con Wes Montgomery del 1961, lo splendido “Bag’s Groove”  di Miles Davis, il magnifico “Bean Bags” con Coleman Hawkins, uno dei sassofonisti più luminosi che la storia del jazz ricordi, “Soul Brothers” con l’indimenticabile King of Soul Ray Charles e, naturalmente, le performance contrappuntistiche e classicheggianti del Modern Jazz Quartet, accusati superficialmente di voler piegare il jazz ad uno stile “bianco”, essenzialmente non-jazz: ma queste sono solo idiozie da radical chic, e ce ne distanziamo con tutta felicità.

Capolavoro!

Fabrizio Ciccarelli

Bass – Percy Heath

Drums – Connie Kay

Piano – Horace Silver

Vibraphone – Milt Jackson      

A1                           Wonder Why

Written-By – Brodsky*, Cahn*

5:22

A2                           My Funny Valentine

Written-By – Rodgers-Hart*

4:37

A3                           Moonray

Written-By – Quenzer*, Shaw*, Madison*

5:01

B1                           The Nearness Of You

Written-By – Carmichael*, Washington*

4:01

B2                           Stonewall

Written-By – Jackson*

7:42

B3                           I Should Care

Written-By – Stordahl*, Weston*, Cahn*

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