Francesco Del Prete, Cor Cordis, Dodicilune 2021
Sempre interessante e particolare l’uso del violino nel jazz, specie se solista, così come lo concepisce il salentino Francesco Del Prete, talentuoso strumentista di cultura musicale ampia ed eterogenea, bandleader di un disco nel quale ininterrottamente varia da folk, jazz, world music, electhro, compenetrando i confini stilistici dell’uno o dell’altro modus in un clima che non di rado appare di jam session, zigzagante, inventivo, poligonale, vigoroso nei differenti colori strumentali, nel tardo cameristico di una visione mediterranea che non intende avere – a parere di chi scrive – punti troppo determinati di riferimento.
Cor Cordis è un album intrigante: partecipare alle sue multiformi coloriture ed alle sue fluidità melodiche attraverso la fantasia d’impatto è un fattore immediato, specie se riescono a leggersi i tratti autobiografici dell’autore, amante di atmosfere in gran parte tese, talora ruvide e acide (appunto Acido Balkanico), celtiche e rockeggianti di psichedelia (Gemini), jazzistiche ed ironiche (Lo gnomo), oniriche ed elegiache (L’inganno di Nemesi e L’attrice).
Fabrizio Ciccarelli
Francesco Del Prete, violino acustico ed elettronico, effetti elettronici, loop station, composizione
Arale (Lara Ingrosso), voce
Anna Carla Del Prete, violoncello
Diego Martino, batteria
Emanuele Coluccia, sassofono soprano
Filippo Bubbico, synth
Gaetano Carrozzo, trombone
Tracklist:
- Gemini
- Lo Gnomo
- Il Teschio E La Farfalla
- L’Alveare
- L’Inganno Di Nemesi
- Acido Balkaniko
- SpecchiArsi
- L’Attrice
- Tempo