Francesco Cavestri, Early 17, PMS Studio/Intense Feel Records 2022
Certo che esordire discograficamente a 19 anni come pianista/compositore è quantomeno raro e raro è trovare un musicista così giovane tanto preparato tecnicamente e tanto eclettico (anche se questo lo capiamo di più): Francesco Cavestri, talento indubbio, scava nei meandri delle sue passioni, jazz, soul e naturalmente hip hop e R & B.
Noi che siamo un po’ sofisticati come ascoltatori con tanti decenni di musica alle spalle, con tutta onestà non di rado esibiamo una certa “puzza sotto il naso” al cospetto di ragazzi che intendono cimentarsi soprattutto con le Blue Notes, patrimonio spesso chiuso in forzieri di ricordi (neanche troppo simpatici) di performance di grandi, grandissimi interpreti.
A maggior ragione se si suona di jazz, memori delle straordinarie luci di Bill Evans, Michel Petrucciani, Herbie Hancock, Duke Ellington, Oscar Peterson…. E’ anche vero però che ogni jazzofilo che si rispetti non può non essere aperto alle novità, ai nuovi nomi, alle nuove tendenze, alla fusione di termini classici con lessici contemporanei. Queste, sinceramente, le prime considerazioni ancor prima di porre nel lettore il cd del diciannovenne bolognese; poi la Musica, e lì non si sbaglia mai: o “prende” o lascia indifferenti.
Ed allora, oltre ad ascoltare con la lente d’ingrandimento nove composizioni originali, ci lasciamo trasportare in direzioni espressive estroverse e ben composte, melodie e cromatismi riflessivi apollinei sulla tastiera (come per la raffinata ballad Letter to a Lover, introdotta dalla voce bruna e avvolgente di Silvia Donati, poi evoluta in un contemporary per vocoder e synths), toni tra cool e hard bop dall’ esatta dimensione jazz della nostalgia (Chick’s Sighting, in linea con i celeberrimi portrait del magnifico Corea, maestro del modale e della fusion), tracciate dall’avventurosa meditativa apertura sintetizzata Intro/Salute to Dilla (nome fondamentale dell’hip hop), dall’articolazione pianistica e dallo fraseggio monstre di Fabrizio Bosso nel fiabesco crepuscolare In The Way of Silence, concludendo (e tutti sappiamo quale sia il senso del brano finale) con la filosofia spirituale dell’onirica Streams….
Aprire e chiudere con la stessa Idea, una coerenza assolutamente importante che in futuro dirà ancora della stoffa del pianista romagnolo, Per intanto, Chapeau…
Fabrizio Ciccarelli
Francesco Cavestri composizione, testi, pianoforte, synths, vocoder, co-produzione
Massimo Tagliata produzione (tutte le tracce), synth (tracce 2,6) e flauto traverso (traccia 9)
Massimiliano Turone basso (tracce 1,2,3,4,5,6,7)
Roberto “Red” Rossi batteria e percussioni (tracce 1,2,3,4,5,6,7)
Fabrizio Poli percussioni (traccia 9)
Cesare Maria Dalbagno voce (traccia 6)
Feat. Fabrizio Bosso tromba (tracce 3.7)
Silvia Donati (Voce traccia 6)