Giuseppe Santelli Trio, Il Sognatore, Filibusta Records 2022
Vale la pena ricordare che siamo qui per consigliare musica, non per scrivere allo scopo di far man bassa d’ogni disco ma per far notare ciò che – a nostro avviso – vale la pena ascoltare. L’Ufficio Stampa ci propone Il Sognatore del Giuseppe Santelli Trio. L’ascoltiamo così come ascoltiamo tanti album di jazzisti italiani perché sosteniamo ore rotundo la grande bravura del nobilissimo novero degli interpreti delle nostre Blue Notes, che nascono spesso con qualcosa in più rispetto ai colleghi d’altra nazionalità non fosse altro che per la Koiné che li accoglie fin dai primi passi, come si sente nella performance di un pianista che possiede una ferrea coerenza di linguaggio ricca di passaggi jazzistici di sicuro interesse intercalati con movimenti classici e latin di coinvolgente comunicazione emotiva.
Ecco, una Summa autobiografica priva di complesse sovrapposizioni di accordi, di suoni roboanti e narcisisti, che sgorga dalla naturalezza di una poetica melodica molto personale messa in evidenza dagli otto brani originali che uniscono l’identità mediterranea con le influenze statunitensi (pianisticamente Bill Evans e Michel Petrucciani per la loro capacità di dialogo con la ritmica e la loro formidabile abilità di scrittura, certamente ispiratrice per il Santelli; tutti abbiamo sempre bisogno di grandi Maestri, l’importante è sceglier quelli giusti, come è vero che ogni artista si fa conoscere ed apprezzare anche e soprattutto per coloro cui si ispira).
Diciamo con chiarezza che l’album piace tutto, e tanto dovrebbe bastare. Ma sarebbe poco giusto non indicare alcuni brani, alcuni algoritmi simpatetici che passano maggiormente nelle nostre vene. Ed allora compiamo il gesto più osé che può compiere chi ama la musica: scegliere il più (il meno lo lasciamo ai travet del disco), ciò che può risuonare in modo particolare nella nostra punta d’ impressione: l’anima blues dell’ orientalismo ironico di Yunnan, destro e pungente nelle divagazioni bachiane/evansiane galvanizzate dal contrabbasso di Simone Iorio e dal drumming di Simone Ritacca, il breve intenso effluvio tanguero di Reminiscenza, il plot interiore dell’onirico Il Sognatore declinato in uno swing moderno ed in un ampio cantabile classicismo che avvicina tanto allo spettro cromatico sudamericano dell’ incipit di Dal Profondo quanto allo Chagrin dell’Hard Bop di un Ahmad Jamal impressionistico e notturno in Risorgere e Nuovo Mondo.
Da ascoltare su You Tube Music, poi direte….
Fabrizio Ciccarelli
Giuseppe Santelli - piano, composizione
Alessio Iorio - basso elettrico e contrabbasso
Simone Ritacca - batteria e percussioni.