RACHEL GOULD & SAL NISTICO Anthology Quintet 1984, Caligola Records 2022
Con questo disco parliamo di quel Jazz che non può mai esser messo in ombra, viste le performances dei due autori in questo album dalle cadenze brillanti, un bopping che qualifica come autentico virtuoso del sax tenore Sal Nistico e come agile e versatile vocalist la di lui moglie Rachel Gould, artista che vanta tra le sue collaborazioni quella con Chet Baker in un album da non dimenticare come “All blues” (Bingow 1979): certo è che un discorso a parte andrebbe fatto per questo disco a dir poco storico, inaugurato da questo blues di dodici battute in 6/8 disegnato in un’atmosfera tipica della libera concezione melodica di Davis, come scrisse Bill Evans nelle note di copertina di un assoluto capolavoro come “Kind of Blue”(Columbia 1959). Ma non è questo il momento di parlarne: chi vuole può ascoltarlo su YouTube (e ne vale sicuramente la pena).
Rachel Gould è una performer ottima nel phrasing, nella metrica e nell’ uso di uno Scat dalle molte variabili e, direi, entusiastico nei passi fondamentali di uno Swing ben cantato in toni medio -alti con bassi morbidi e profondi, ben controllati da una tecnica vocale di sicuro spessore.
In Anthology Quintet 1984 (già, perché la performance venne incisa in quell’anno, mixata nel 2018 e poi data alle stampe da qualche settimana dalla sempre attenta Label Caligola Records) attraverso la lettura di sette pentagrammi decisamente omogenei per aspetto formale: il Quintetto dimensiona in bello stile un clima da Jazz Club newyorkese in passaggi fluidi e calibrati dal tono contemporary, come nella crepuscolare Vain Regret, “misterioso” Cantabile che vibra delle indimenticabili oblunghe variazioni di Solo di Wayne Shorter nei medio-alti del sax di Nistico e nell’andamento pianistico sfumato e mutevole di Frank Stagnitta sul filo di una ballad onirica, solare, descritta secondo un flusso narrativo Cool bruno e riflessivo.
Non solo questo brano dà il senso estetico a questo album immediato e diretto: optiamo ancora per l’ampiezza Bop del tempo veloce di Dancing on a Dime, graffiato dalla libera inventiva di Rachel Gould grazie alla lettura dei tempi dell’improvvisazione in un baricentro espressivo molto scorrevole (eccellente il solo di Sal Nistico sostenuto da una ritmica molto attenta alle modulazioni armoniche) e per la pièce a mio avviso più rappresentativa delle Idee jazzistiche del Duo, quel Bithday’s Blues che unisce, secondo le mie sensazioni, la prodigiosa inventiva di Thelonious Monk al “discorso blues” dell’Hard Bop ascendente del “nuovo corso” inaugurato da uno dei padri della musica del 900, Charlie Mingus.
Fabrizio Ciccarelli
Rachel Gould (vocals) out on n° 7
Sal Nistico (tenor sax) out on n° 2
Frank Stagnitta (piano)
Victor Kaihatu (double bass)
Clarence Becton (drums).
1.Empty Room 06:25
2.Why Do Your Children Cry? 03:08
3.Dancing on a Dime 05:16
4.Birthday Blues 08:59
5.This Merry–Go–Round 09:58
6.More of Me 06:12
7.Vain Regret 10:12
Da ascoltare in https://www.youtube.com/watch?v=Kr9hcpgzM5U