Claudio Felici, Guarda da Qui, AlfaMusic 2022
Problema fondamentale di ogni cantautore è rendere armonici testo e musica, perché molto spesso o è il testo ad essere assoggettato alle note o il pentagramma lo è solo alle parole. E questa è un’osservazione che ognuno avrà dedotto già da tempo. Non sono molti i casi nei quali si trova tale armonia nella forma in definitiva più antica della poesia, da sempre accompagnata da strumenti musicali (e questo fino alla definitiva separazione ad opera della Scuola di Chartres nel XIV secolo).
Il motivo della premessa è presto detto: Claudio Felici, voce romana d’una profonda riflessione su se stesso e sul mondo, coniuga con naturalezza versi e note grazie ad un parterre di bravi performers, tra i quali ascoltiamo con interesse Francesco Bruno, direttore artistico, sound engineer e chitarrista di rango, autore di arrangiamenti lineari e lirici per otto brani coinvolgenti, sottolineati nel loro significato letterario (e filosofico) dagli assoli di sax soprano e contralto di Massimiliano Filosi, direi determinanti per la resa estetica dell’album.
Si ha la sensazione di un canto solitario (ma non solo) che dipinga le prospettive più nel cuore della propria città fra il tramonto e la prima sera, carezzate da uno zefiro primaverile che dica di storie d’amore che parlano (cantano) della propria vita in affetti vivi, reali, autobiografici, nelle riflessioni sul Tempo e sulle Incertezze delle Illusioni.
e le attese . “Di qualsiasi cosa diciamo, parliamo sempre di noi stessi” osservò Alison Bechdel, e lo stesso è quando si canta o si suona, evidentemente. A mio avviso questo spiega (qualora musica e poesia possano davvero esser “spiegate” nella loro necessaria ed incompleta bellezza) la semplicità, la nitidezza, l’immediatezza del Felici nel dare emozioni alle quali non possiamo non partecipare come spettatori privilegiati di figurazioni intense, calde, emotive, così come i suoi acquarelli dedicati ad ogni canzone (quello in copertina è l’immagine perfetta di un profilo osservato nelle luci rosse di un Oltre Crepuscolo che sfiora il mistero di un Qui e Adesso dal colore di penombra: come non riconoscere quella Roma così insita nell’anima dell’autore? “Guarda da qui”, appunto).
Di fronte a certi album francamente mi trovo in difficoltà nel dover scegliere i brani che più dovrebbero dire dell’espressione artistica, ma poi mi trovo a lasciarmi andare alla luce espansiva di Giorni di Sole, alle “parole mai ascoltate” di Isole senza mare, all’attesa, al silenzio, al “niente cui legarsi” de La notte bianca.
Tra il “Qui dal mio cuore sale un sentimento come la luce fino al limite del giorno” di Giorni di Sole e l’ “Io non smetto di amare chi ho amato” di Isole senza mare restano le brune e limpide immagini d’Amore che raccontano dell’orizzonte poetico nel quale Claudio Felici intende condurci con passi leggeri e amnesie di albe insonni.
Fabrizio Ciccarelli
Claudio Felici: composizioni, voce, acquarelli
Mario Di Fortunato: Collaborazione alla stesura delle liriche
Francesco Bruno: arrangiamenti, direzione artistica, sound engeneer, chitarre, guitar synth, ciarango, basso elettrico
Marco Rovinelli : batteria
Massimiliano Filosi: sax soprano e contralto
Pierpaolo Principato: piano
Sara Maranesi e Riccardo Zannelli: background vocals
# L’album è in ascolto su:
https://music.youtube.com/watch?v=EzPff9_Z_lE&list=OLAK5uy_ka0B2uOueYkWLyyQ2bUzme4zhKZoQk8lA