Neil Cowley Trio, The Face Of Mount Molehill, Naim 2014, vinile 2023
Non un jazz di facciata quello del musicista inglese Neil Cowley col suo trio, un jazz sinfonico potremmo dire, un jazz piuttosto appariscente composto di larghi, andanti e mossi, sicuramente contemporary nei suoi andamenti strumentali e negli arrangiamenti equilibrati, sia quelli pacati che quelli agitati, suonati con precisione apollinea e, nel merito, divisi tra l’energia del trio e la sospensione caleidoscopica di strutture orchestrali tardoromantiche sia ardimentose che rarefatte.
L’arte in Trio è materia complessa che può con facilità passare dall’Introverso al Luminoso: Neil Cowley, cultore della Classica, dei Beatles e di progetti elettronici, ne suggerisce una Summa molto personale in tinte World e minimaliste, dispensate da improvvisazioni sghembe e frasi spezzate sempre in bilico fra passato e futuro, architetture raffinate di scelte stilistiche aperte e arginate dalla formula del Piano Trio nei suoi stilemi jazzistici più armoniosi, come nel lirismo di Lament e di Meyer, nell’evanescenza smooth e circolare di Skies Are Rare e nell’Insistito misterioso di Slims, ove gli esiti creativi della ritmica coinvolgono in modo magistrale nei meditativi disposti per armonie intense tessute con assoluta naturalezza.
Fabrizio Ciccarelli
Neil Cowley: piano; Rex Horan: double bass; Evan Jenkins: drums.
Tracks: Lament; Rooster Was A Witness; Fable; Meyer; Skies Are Rare; Mini Ha Ha; Slims; Distance By Clockwork; The Face Of Mount Molehill; Hope Machine; La Porte; Sirens Last Look Back.
# in ascolto su https://open.spotify.com/album/3dehNHuU5XVgyAITmB5XZp