David Gilmour, Remember That Night, Live at The Royal Albert Hall, EMI 2007 e 2024

Non so immaginare il Progressive Rock senza David Gilmour, e per la verità neanche la musica contemporanea, perché il chitarrista-compositore inglese ha inventato più di quanto inventabile, accordi, arrangiamenti, farabuglie sceniche a luci psichedeliche per le Quinte rapprese dietro la band e la Small Orchestra. Presenza in palco composta ed elegantissima in T Shirt Armani, chitarra all black con tastiera lignea ad accompagnare grandi amici come le voci West Coast David Crosby e Graham Nash, il filosofo Robert Wyatt, Richard Wright, Phil Manzanera e David Bowie.

Grande incontro, senza dubbio, posto che una lead guitar come la sua non potrà mai distogliersi dal sound Pink Floyd, voce compresa, edotti i sistemi di amplificazione e la memoria lisergica di Syd Barrett, problematica, eccentrica, piena di errori sociali, negativa e pur sempre fondamentale per il movimento psichedelico inglese, tra ballate acustiche, lunghe suite strumentali e filastrocche allucinate, segni di cui Gilmour non vorrà mai far a meno, come dimostra la produzione discografica dei Pink Floyd e la sua personale. Non a caso quel “Wish you were here” non manca mai nei suoi concerti, in ogni formato anche se significativamente prediletto quello acustico, intimo e affettuoso.

Nel concerto brani storici ed altri appartenenti all’attuale produzione, questi ultimi abbastanza interessanti, nulla di più, segmentati secondo le armonie e le strutture tipiche del chitarrista, sempre molto abile nel disegnare serene e malinconiche screziature (l’età avanza anche per lui ed è più semplice rifugiarsi negli affetti e nei ricordi preferibilmente tenui), tenendo sempre presente che abbiamo a che fare con uno degli artisti più originali e creativi degli ultimi cinquant’anni. In ogni caso cedere alle memorie non fa mai danno, come nella ballad magnificamente eseguita con Robert Wyatt alla tromba (maledetto il giorno di quell’incidente che lo costrinse alla sedia a rotelle, macabra ironia della sorte per lui, formidabile batterista oltre che cantante, fondatore dei Soft Machine e dei Matching Mole, il prog vicino al jazz nella scena di Canterbury, momento fondamentale della svolta nella ricerca musicale della seconda metà del Novecento): piccolo capolavoro di sensibilità strumentale e di pathos sonoro tessuto in dialogo col sax tenore di Dick Parry , leggero nel ripiegarsi del fraseggio bordato da Gilmour, quasi a stringerlo forte nei toni medio-bassi (platea attonita, come noi) e nel soffiato che ci fa pensare a Chet Baker, uomo come lui colpito dalla vita in modo aspro, terribile, disumano. Una breve performance, che però quasi vale tutto il concerto.

Certo, un forte sussulto per le cifre iniziali di “Speak to me”, “Breathe” e “Time”, ma poi il vapore armonico delle metafisiche freak, spesso oggidì esibite da gruppetti e cantanticchi che smielano Sei Corde e noiose vocette. Si prosegue con grande interazione col pubblico: si vede che Gilmour ha voglia di dialogare con gli astanti, palco o platea/galleria, si sente che c’è partecipazione e che il Lato Oscuro della Luna batte forte, che quel prisma irradia Luce di Lirismo, finalmente rilassato nell’abbracciare tutto ciò che ha smesso d‘esser psicodramma (basta con il Live a Pompei, insomma), piaccia o non piaccia, sia di minor valenza artistica o di maggiore sibilo minimalista di malinconico stupore.

Paragone ardito: “Il Destino di un Guerriero”, come nel film di Agustín Díaz Yanes interpretato magistralmente da Viggo Mortensen, la performance viaggia nel Declino solo per chi ama le mediocri saghe degli Eroi impavidi e le sceneggiature mielose dei B Movies: intanto Dave Gilmour, veterano come l’Alatriste di cui sopra, insiste su “Shine On You Crazy Diamond” mettendo mano alle preziose corde GHS Boomers della sua Fender Stratocaster stavolta rossa e diversamente accordata, virando discreto tra le oleografie pulsanti del sax baritono e del sax tenore, cercando calore nell’anima Floyd che gli appartiene, fin nelle bellissime trame finali della struggente “Wish you were here” e di “Comfortably Numb”, intervallate dalla breve e abbagliante immagine libertaria di “Find the coast of freedom” (tanto a ricordare che anche negli USA durarono movimenti antiautoritari ormai perduti tra le bassezze di Trump ed i confusi scilinguagnoli di Joe Biden), alla faccia di sedicenti critici musicali che dileggiano, presuntuosi satiri ignorantelli, le sue recenti incisioni (“Rattle That Lock” e “On an Island”), certamente non all’altezza di “The Dark Side of the Moon”. E vorrei vedere quale album potrebbe esserne all’altezza.

Neanche a crederlo, finisce tutto con l’eleganza vocale del Duca Bianco David Bowie (sempre a Londra siamo) nella lisergica densità di quel frammento sognante e visionario di “Numb”, planetario pinkfloydiano per eccellenza.

Registrato alla prestigiosa Royal Albert Hall nel 2006 anche se sembra evento di pochi mesi fa, il filmato di quasi tre ore (!!!) è su YouTube, oltraggiato dall’idiozia di una pubblicità ideata a caso, magari nel bel mezzo di un assolo, della cui immoralità e stupidità ne ebbe a dire a suo tempo Federico Fellini: possibile che gli addetti al settore non sappiano far di meglio? Allora o sono ignoranti o affidano il tutto agli algoritmi per non perder tempo, perfino andando perfettamente contro ogni logica commerciale.

Per questo motivo si ha la scelta di godere della performance gratuitamente sapendo di dover subire tale porcheria oppure in giro sul Web a meno di 30 euro si troveranno i due DVD di durata totale di 3 ore, con qualità sonora eccellente.

Fabrizio Ciccarelli   

David Gilmour – lead and backing vocals, guitars, console steel guitar, acoustic lap steel guitar, cümbüs, alto saxophone on "Red Sky at Night"

Richard Wright – lead and backing vocals, Hammond organ, Farfisa organ, piano

Dick Parry – baritone & alto saxophones, electronic organ

Phil Manzanera – guitars, backing vocals

Guy Pratt – bass guitar, double bass, backing vocals, guitar on "Then I Close My Eyes"

Jon Carin – synthesiser, piano, keyboards, programming, lap steel guitar, backing vocals, co-lead vocals on "Breathe", "The Blue", "Take A Breath" and "Echoes"

Steve DiStanislao – drums, percussion, backing vocals

Guests

David Bowie – lead vocals on "Arnold Layne" and "Comfortably Numb"

David Crosby and Graham Nash – backing vocals on "Shine On You Crazy Diamond", "On An Island", and "The Blue"; harmonised lead vocals on "Find the Cost of Freedom".

Robert Wyatt – cornet on "Then I Close My Eyes"

Tracklist:       

"Speak to Me"

"Breathe"

"Time"

"Breathe (Reprise)"

"Castellorizon"

"On an Island" (with David Crosby and Graham Nash)

"The Blue" (with David Crosby and Graham Nash)

"Red Sky at Night"

"This Heaven"

"Then I Close My Eyes" (with Robert Wyatt)

"Smile"

"Take a Breath"

"A Pocketful of Stones"

"Where We Start"

"Shine On You Crazy Diamond " (with David Crosby and Graham Nash)

"Fat Old Sun"

"Coming Back to Life"

"High Hopes"

"Echoes"

"Wish You Were Here"

"Find the Cost of Freedom" (with David Crosby and Graham Nash)

"Arnold Layne" (with David Bowie)

"Comfortably Numb" (with David Bowie)

The footage is from his concerts at the Royal Albert Hall on 29, 30 & 31 May 2006.

This disc contains the following bonus tracks from Royal Albert Hall:

"Wot's... Uh the Deal?"

"Dominoes"

"Wearing the Inside Out"

"Arnold Layne" (with Richard Wright)

"Comfortably Numb" (with Richard Wright)

Other bonus tracks:

"Dark Globe" (video)

"Echoes" (Live from Abbey Road. Hidden track after "Dark Globe")

"Astronomy Domine" (Live from Abbey Road)

"On an Island" promo video

"Smile" promo video

"This Heaven" (AOL Sessions performance)

"Island Jam" (January 2007 version, recorded at 'The Barn')

Footage from the Mermaid Theatre concert (March 2006):

"Castellorizon"

"On an Island"

"The Blue"

"Take a Breath"

"High Hopes"

#In Video su https://www.youtube.com/watch?v=RgHYdQz0OiY&t=1759s

 

 

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