Stefano Cazzato e Giuseppe Moscati, Maestri del nostro tempo, Cittadella ed. 2007
"Il Novecento filosofico, caleidoscopico e trasparente", recensione di Giuseppe Cappello
Stefano Cazzato e Giuseppe Moscati, Maestri del nostro tempo, Cittadella ed. 2007
"Il Novecento filosofico, caleidoscopico e trasparente", recensione di Giuseppe Cappello
I filosofi e la musica: Immanuel Kant
C’è troppo profumo in quella musica!
Sulla musica Kant ha espresso un giudizio ambivalente, ma sostanzialmente negativo. Dice infatti che “forse è la prima arte, quando le arti si valutino dal punto di vista del piacere” ma “se invece si stima il valore delle belle arti secondo la cultura che portano all’animo … la musica avrà l’ultimo posto, perché essa non fa che giocare con le sensazioni” (Critica del giudizio, Laterza, 1982, p.191).
I filosofi e la musica:Montesquieu
E’ tutta un’altra musica!
“Durante il mio soggiorno in Italia mi sono completamente convertito a proposito della musica italiana. Mi sembra che nella musica francese gli strumenti accompagnino la voce mentre in quella italiana la prendono e la elevano. La musica italiana è più flessibile di quella francese, che appare rigida. È come un lottatore più agile. L’una penetra nell’orecchio, l’altra lo scuote” (Pensieri diversi sull’arte e sulla morale, Signorelli, 1993, p.79).
Improvvisazione Altra?
Lectio Magistralis di Enrico Intra all’Università “Bocconi” di Milano, 8 giugno 2016.
Prendendo spunto dal libro di David Toop: Into the Maelstrom (Dentro il vortice) osservo:
L’improvvisazione ha, soprattutto nella musica jazz, dei suoi campi d’eccezione. E occorre aggiungere che, se si riuscisse a lavorare con più linguaggi musicali, si potrebbe più facilmente entrare in un modo nuovo di fare musica estemporanea. Il procedimento può essere paragonato allo studio delle lingue. Chi apprende con lo studio più lingue, ne impara più facilmente una nuova.
I filosofi e la musica: Martha Nussbaum
Te la do io la musica!
La filosofa Martha Nussbaum insegna Diritto ed Etica a Chicago e conosce bene una delle attività filantropiche più benemerite di quella città: il Chicago Children’s Choir.
I filosofi e la musica: Aristotele
Tre benefici
“Secondo noi la musica non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici, perché può servire per l’educazione, per procurare la catarsi e in terzo luogo per il riposo, il sollevamento dell’animo e la sospensione dalle fatiche” (Aristotele, “Politica”, VIII, Utet, 2006).
Intervista a Cinzia Tedesco: Verdi’s Mood
Ho avuto il piacere di scrivere circa l’esibizione dal vivo che tre anni fa annunciava l’esistenza di un’Idea tanto ardua ed innovativa in occasione del bicentenario della nascita del “Cigno di Busseto”, performance a mio avviso non adeguatamente “osservata” a suo tempo dalle riviste di settore e dalla Stampa in genere, tanto meno dalle Istituzioni .
I filosofi e la musica: Jean Luc Nancy
I suoni del Reich
Non abbiamo mai nascosto che dell’arte possa farsi un uso ideologico, ma abbiamo sempre aggiunto che non si possa giudicare, se non facendole un torto immenso, tutta l’arte come espressione ideologica.
Quando questo accade, tuttavia, le conseguenze possono essere veramente temibili e terribili.